Ricordando Graziella de Palo e Italo Toni: il messaggio del Presidente OdG Carlo Bartoli

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Quella di Graziella de Palo e Italo Toni è una delle storie più intricate e oscure che riguardano l’uccisione di giornalisti per il loro lavoro. Una vicenda che ha visto depistaggi e omissioni; salvo assistere, dopo anni, all’emersione di verità seppur parziali.

Quest’anno, come Ordine dei giornalisti, abbiamo ricordato i trenta anni dall’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Abbiamo partecipato a tutti gli eventi per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. Non abbiamo esitato ad accendere un faro sulla uccisione di Andy Rocchelli e Andrej Mironov dieci anni or sono nel Donbass.  E poi abbiamo commemorato Enzo Baldoni, morto in Iraq per mano dell’Isis; Simone Camilli deceduto a Gaza dieci anni fa per una bomba inesplosa; Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo uccisi a Mostar.

Oggi fanno 44 anni da quando Graziella De Palo e Italo Toni  furono rapiti in Libano e fatti sparire. Anche per loro abbiamo chiesto e continueremo a chiedere verità e giustizia. Tutta la verità e piena giustizia. Perché la memoria dei 31 giornalisti italiani uccisi per aver cercato di raccontare fatti sgraditi va tenuta viva. Perché vogliamo un giornalismo che guardi al futuro e senza memoria non può esserci futuro. Vale anche per la nostra professione, che deve andare avanti per rispondere a quanto sancito nella nostra Costituzione: i cittadini hanno il diritto ad essere informati e l’informazione professionale oggi, ancora di più di ieri, è chiamata a svolgere con orgoglio e a testa alta il suo compito.

Complimenti per questa iniziativa e un saluto a tutti voi.

Carlo Bartoli

Presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti


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