Iniziata ieri e in corso oggi e domani, si sta svolgendo la Festa nazionale dell’associazione Articolo21 “Viva la Costituzione”.
La tre giorni, coordinata dal presidio dell’alta Umbria diretto da Oriano Anastasi e dal sindaco Massimiliano Presciutti, si tiene in una incantevole città umbra, Gualdo Tadino. È uno di quei borghi italiani che fanno immaginare un mondo migliore: aperto, solidale, rispettoso dei beni comuni, ridente. Tra l’altro, la regione va al voto e invitata speciale all’iniziativa è proprio Stefania Proietti, la sindaca di Assisi conosciuta in tantissime iniziative per la pace e candidata Presidente. La rivedremo certamente il prossimo 21 settembre alla Marcia Perugia-Assisi.
Alla prima delle tre giornate, presieduta con maestria dal Mick Jagger dell’Associazione -Beppe Giulietti-, hanno partecipato con Anastasi e Presciutti la segretaria della Cgil umbra Rita Paggio e il Garante dell’associazione Vincenzo Vita.
Il punto cruciale dei contributi offerti ad una platea attenta e consapevole è stato l’impegno straordinario da mettere in tutte le case e in tutte le strade (secondo l’insegnamento di Enrico Berlinguer) per tutelare la Costituzione antifascista. Straordinario ha da essere l’impegno, perché straordinario è l’attacco in atto alla Carta nata dalla Resistenza.
Rita Paggio ha descritto con cura meticolosa la situazione drammatica in cui versa l’universo del lavoro in una crisi che non può essere mascherata da dati di comodo. Non per caso la Cgil, insieme a circa 200 sigle, ha avviato un percorso di presa di coscienza e di lotta, “La Via Maestra”, che sostiene la raccolta di firme per i referendum abrogativi di antipopolari leggi come il Jobs Act e l’Autonomia differenziata. Quest’ultima condannerebbe una gran parte dell’Italia ad una sorta di serie B nei diritti e nelle opportunità. Allo scadere della Convenzione tra lo Stato e la Rai nel 2027, ad esempio, ci saranno varie Rai a seconda delle risorse dei territori? Nell’Autonomia differenziata, infatti, c’è il capitolo non troppo dibattuto della comunicazione. Accanto ai drammi della scuola e della sanità, nonché dei contratti nazionali a rischio di spezzettamento.
Vita ha ricordato l’azione costante di Articolo21 contro bavagli e manganelli, la vera “contronarrazione” della destra al governo. Se sull’industria culturale è ben difficile smontare la tradizione democratica, i riflessi autoritari emergono contro chi manifesta o chi ha l’avventura di nascere da una madre in carcere. O nelle riabilitazioni nostalgiche.
Secondo le normative europee l’Italia nel media è fuori dalle regole: restrizione del diritto di cronaca, attacco all’indipendenza della Rai, revisione peggiorativa dei meccanismi di finanziamento del cinema, ricorso massivo alle querele temerarie, abbandono dell’editoria non profit, conflitto di interessi imperante.
L’attacco all’informazione si accompagna a quello alla magistratura: la tendenza è alla “democratura”, secondo l’esempio dell’Ungheria di Orban. Sullo sfondo il cosiddetto premierato, con la temuta diminuzione delle istanze della cultura parlamentare e del regionalismo autentico. E con il ridimensionamento dei contropoteri.
E ciò si inquadra in un contesto tecnologicamente in evoluzione futurista con l’Intelligenza artificiale, che richiede la costruzione di un’alternativa con intellettuali organici capaci di disegnare un mondo diverso.
Appuntamenti come la tre giorni di Gualdo Tadino si inseriscono in una campagna cui si vogliono dedicare passione e soggettività.
La libertà di informazione, sottolineava il compianto Stefano Rodotà, è il diritto dei diritti: senza conoscere e sapere non si possono esercitare gli altri diritti. Perché, cantava Dario Fo, non si sa e non si deve sapere. Così vogliono i Poteri, palesi o occulti che siano. Julian Assange stava per rimetterci la vita.
(Nella foto i piatti dedicati alla Costituzione dai maestri ceramisti di Gualdo Tadino)