Riprende oggi davanti alla Corte d’Assise di Roma il processo per la morte di Giulio Regeni. Altra tappa importante, “scortata” da associazioni e attivisti insieme alla rete “Giulio siamo noi”. Nell’udienza della scorsa settimana, come si sa, sono stati escussi quali testi, l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi e l’ex sottosegretario Marco Minniti.
Renzi ha riferito alla Corte di avere avuto tre o quattro telefonate con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi tra febbraio e marzo 2016, durante le quali aveva chiesto piena collaborazione nelle indagini. In particolare, ha parlato del primo incontro con al-Sisi dopo l’annuncio ufficiale della morte di Regeni, durante il quale aveva espresso il suo rifiuto per una “verità di comodo“, offerta dall’Egitto nel marzo del 2016.Minniti ha detto che ci fu un tentativo da parte del Cairo di fornire una finta verità, usando un metodo già adottato in altri casi di omicidi di stranieri in Egitto. Ha ricordato di aver percepito fin da subito un depistaggio, messo in atto per coprire i Servizi egiziani, e ha affermato che l’Italia, di fronte alla mancanza di collaborazione, decise di richiamare l’ambasciatore in segno di protesta.
(Nella foto l’escussione in aula di Marco Minniti)