Così hanno votato, PD escluso, anche il nuovo consiglio di amministrazione della Rai.
Lo hanno fatto con le vecchie regole, quelle volute da Renzi, e che consegnano al governo di turno il dominio sull’azienda.
TeleMeloni era, TeleMeloni resterà.
L’impegno della maggioranza a discutere le nuove regole sinora poco o nulla.
È stata fissata la data dell’avvio del confronto, non quella della conclusione. Sarà come l’albero di Bertoldo, non si troverà mai quello giusto.
Peraltro la relazione sullo Stato di diritto inviata all’Italia dalla Commissione Europea non prevedeva solo nuove norme sulla Rai, ma anche sul conflitto di interessi e le leggi bavaglio.
Nulla di tutto questo accadrà, anzi il governo sta lavorando a nuove leggi bavaglio.
Lo stesso “ddl sicurezza” (ddl 1660) colpisce il pensiero critico, la libertà di riunione, di protesta, altro che “tenere conto del media freedom act”.
Ora non ci resta che attendere la risposta degli organismi competenti all’esposto presentato da Articolo 21, nel frattempo continueremo nel nostro impegno contro bavagli, censure, oscurità.
Un abbraccio a Roberto Natale, già segretario Usigrai, presidente Federazione della Stampa, socio fondatore di Articolo 21, eletto nel nuovo consiglio e che avrà il difficile compito di tenere accesa la lampada della libertà di informazione.