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Mosca protesta per l’ingresso di un cronista del Domani nel Kursk. I giornalisti: attacco alla libertà di informazione

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha protestato venerdì 27 settembre 2024 per l’ingresso nella regione di Kursk di un altro giornalista italiano proveniente dall’Ucraina, Davide Maria De Luca, che lavora per diverse testate tra cui Il Domani. «Attenzione diplomatici italiani! Forse questa volta vedranno la notizia immediatamente, e non tra un mese», scrive Zakharova sul suo canale Telegram, riferendosi ai precedenti episodi che hanno visto coinvolti reporter italiani e direttamente ad un post dello stesso De Luca.

Intanto, come riferisce Interfax, i servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno aperto indagini penali contro altri tre giornalisti, due americani e un rumeno, che hanno attraversato «illegalmente» la frontiera russa dall’Ucraina per fare reportage nella parte occupata della regione di Kursk. In totale, dal 17 agosto sono state aperte indagini contro «12 giornalisti stranieri» per accuse di questo tipo, ha dichiarato l’FSB. Fra loro anche gli italiani Stefania Battistini e Simone Traini.

È lo stesso De Luca, sul suo profilo X, a rendere noto di essere entrato nella regione di Kursk a bordo di un blindato delle forze armate ucraine, aggiungendo che i militari di Kiev lo avrebbero accompagnato «costantemente», ma lasciandogli la possibilità di parlare con i civili russi. De Luca ha pubblicato diversi altri post facendo una cronaca della sua missione.

E, sempre sui social, il giornalista commenta l’intervento della portavoce del ministero russo rilevando che «finire nella lista dei ricercati era una possibilità che mettono in conto tutti i giornalisti che attraversano il confine» ma «credo che impedire ai giornalisti di accedere a un’area di conflitto sia un errore, che a farlo sia il governo russo, quello ucraino, israeliano, americano o qualsiasi altro».

Al fianco del collega si schierano il Comitato di redazione e il direttore di Domani. «A nome dell’assemblea di redazione» il Cdr esprime «piena solidarietà a Davide Maria De Luca e agli altri giornalisti chiamati in causa dalla protesta formale del ministero degli Esteri russo, che ne contesta l’ingresso illegale nella regione del Kursk. Da settimane – rilevano i rappresentanti sindacali – la regione russa è occupata dalle truppe ucraine che, come spiegato in maniera trasparente nel reportage di De Luca pubblicato su Domani, hanno accompagnato alcuni giornalisti a visitare villaggi e conoscere la popolazione locale. L’attacco del Cremlino è inaccettabile perché mette la libertà di stampa sullo stesso piano delle controversie tra stati, proponendo un’equazione tra l’esercito ucraino e i giornalisti che non è attinente alla realtà. Raccontare l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra in corso oramai da due anni è sempre stata una priorità per questo giornale, portata avanti in maniera indipendente e illustrandone la complessità. Continueremo a farlo, continuerà a farlo sul campo De Luca».

Mentre il direttore, Emiliano Fittipaldi, bolla l’accaduto come «un grave attacco al lavoro del cronista, al nostro quotidiano e, più in generale, alla libertà d’informazione. Dopo l’annuncio di Zakharova su Telegram – rileva – il rischio ora è che, come già accaduto per l’inviata della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini e altri giornalisti stranieri, anche De Luca finisca nell’elenco delle persone ricercate dalle autorità russe. Solo per aver svolto, con coraggio e dedizione, il proprio lavoro. Che è quello di raccontare sul campo la guerra in corso e i suoi effetti sulle popolazioni coinvolte». Il direttore dà «totale solidarietà a De Luca e agli altri tre cronisti che sono stati accusati di aver attraversato illegalmente il confine russo», e assicura che «Domani continuerà a svolgere il diritto-dovere di informare i suoi lettori su quanto sta avvenendo in Russia e Ucraina».

Per Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, «la Russia di Putin perseguita il diritto di cronaca e sta cercando di intimidire l’Italia attraverso la caccia ai suoi giornalisti. Un comportamento inaccettabile».

Il presidente Vittorio di Trapani su X: “La portavoce del Ministero degli Esteri russo “avverte” un giornalista italiano, e sbeffeggia la diplomazia italiana. @ItalyMFA, @EU_Commission e @Europarl_IT non possono tollerare questa continua aggressione ai valori italiani ed europei di libertà”.

@fnsisocial


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