La democrazia dei miliardari

0 0
Trump non accetta la sconfitta. Quando ha perso le elezioni, ha citato brogli elettorali inesistenti e incitato i suoi a occupare Capitol Hill. Quando ha perso il confronto televisivo con la Harris, ha denunciato la parzialità dei moderatori, che invece hanno (giustamente) verificato e smentito alcune sue dichiarazioni. Questa sua visione del potere come qualcosa che gli spetti di diritto è eversiva. Ed è tipica delle persone molto ricche che entrano in politica. Pensano che i loro soldi debbano incutere rispetto e sottomissione.

E in effetti per i più semplici è così. Anche da noi quando regnava B. ricordo persone indifese ripetere che se era stato bravo a fare i soldi per sé, sarebbe stato in grado anche di guidare il Paese. Come se arricchirsi e governare fossero la stessa cosa. Poi si è capito che chi si fa gli affari propri per una vita, sa fare solo quello. Ma molti gli sono rimasti affezionati come sudditi fedeli. E ce la siamo vista brutta: se una democrazia rimane stretta tra un capo miliardario e i suoi sudditi rischia di essere stritolata. Negli USA, in Italia, ovunque.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21