Il danno all’Italia è l’azione politica di Sangiuliano non le sue relazioni

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Una delle ossessioni con vene psicopatologiche della presidente Meloni è riscrivere la storia del nostro paese che sarebbe stato prigioniero di una egemonia culturale della sinistra. Più che altro era l’egemonia culturale del popolo italiano e della Costituzione scritta dai rappresentanti di tutti i partiti democratici. Come lei, e con le stesse caratteristiche ossessive, questo tema è presente in tutta l’attività del ministro Sangiuliano, purtroppo punteggiata non da lapsus – smettiamola anche noi con l’indulgenza – ma da svarioni di patologica ignoranza.

Se pure ci fosse stata una egemonia culturale della sinistra basata su registi, letterati, artisti, finanzieri, editori è del tutto evidente che a determinarla era stato il vuoto assoluto, ma assoluto veramente, dall’altra parte.

Ora siamo la macchietta del mondo, in particolare dei paesi del G 7, per una storia se vogliamo molto italica di sesso, scontrini e niente rock and roll del ministro della cultura (in fondo speriamo che sia così e non peggio), il cui contorno istituzionale allucinante e che la stessa presidente del consiglio e un ministro continuano a mentire agli italiani e il ministro usa il servizio pubblico, che tutti noi paghiamo con il canone, per un comizio privato e un attacco ad una persona che, comunque la si pensi, non ha gli stessi mezzi di un ministro per contrastare le sue spiegazioni.  

Quando parlo di menzogne parlo di un racconto riveduto e corretto di ora in ora e palesemente falso, contraddetto dal ministro stesso versione dopo versione, che comunque nulla spiega al cittadino ignaro su quanto di atti istituzionali sia uscito dal ministero né su quale ruolo abbia davvero avuto questa signora negli ultimi mesi, né ci sia stato il reato di peculato (ancora non cancellato dalle leggi bavaglio).

Ma il danno ancora più grave al paese sono le azioni politiche di Sangiuliano. L’organizzazione del G 7 della cultura è in alto mare, non vale neanche la pena di citare gli spropositi di un ministro che premia i libri dello “Strega” e dichiara che forse poi li leggerà, non una sola mostra degna di questo nome è stata voluta dal ministro in questi due anni se non la dimenticabile mostra di Talkien a Roma, le nomine sono state solo basate su criteri di fedeltà politica e non ci capacità professionali (un caso per tutti, la direttrice d’orchestra Venezi fischiata dagli orchestrali e dal pubblico). E ultimo, danno gravissimo al cinema italiano, il provvedimento del tax credit  per il finanziamento alle opere cinematografiche che, come spiega Vincenzo Vita, è reso talmente tortuoso da limiti e condizionamenti da renderlo praticamente possibile quasi soltanto a chi è già ben dentro al sistema e ha capitali alle spalle (a partire da Rai Cinema e Medusa). Un modo per condizionare l’area intellettuale più libera ancora oggi in Italia, e che saprà contrastare tutto questo, nonostante tutto. Ancora una volta un provvedimento di punizione verso la libertà e il dissenso, ancora una volta forme di intolleranza alla libertà di espressione.

Questo deve preoccuparci e molto dell’operato del minsitro Gennaro Sangiuliano, il peggior ministro della cultura degli ultimi decenni. Questo deve essere motivo di contestazione continua nei suoi confronti e di opposizione serrata dentro e fuori dal Parlamento.

Lasciamo solo Articolo21 a farlo? Speriamo proprio di no.

 

(immagine di copertina di Alekos Prete)


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