Il voto della Camera dei Deputati sul disegno di legge 1660 denominato ‘Della Sicurezza’ mette ulteriormente le cose in chiaro. Sono solo Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Ignazio La Russa o Maurizio Gasparri a voler abbattere lo Stato democratico nato dalla Resistenza? Ebbene no. Perché se loro, come altri, ci mettono faccia, parole, slogan, e sono immediatamente individuabili, chi sono quei 162 parlamentari eletti dal popolo che approvano la trasformazione dell’Italia da Stato del Diritto in Stato di Polizia?
Possibile che tutti quelli che li hanno votati condividano il loro passaggio al lato oscuro, violento, oppressivo della vita comunitaria? Non sarebbe bene conoscerli uno per uno, per capire, per poter scegliere, per raccontare a chi ancora oggi si ostina a non voler votare che il pericolo non è più solo alle porte, ma si sta concretizzando?
Come si può tollerare che una parte minoritaria del Paese decida la sorte di tutti noi, costringendoci ad assumere vesti che non ci sono mai appartenute da Cesare Beccaria in poi?
Questi signori, a quale Costituzione fanno riferimento? Che idea hanno dei diritti dei lavoratori impegnati nella difesa dei posti di lavoro o nella lotta per miglioramenti delle condizioni di vita, dalla sanità, alle abitazioni, ai salari, all’accoglienza degli immigrati ai quali addirittura viene negata anche la possibilità di tenere, grazie soltanto a un cellulare, i contatti con i loro familiari lontani?
Se si dovesse confermare anche in Senato quest’orribile votazione di oggi chi vincerà, alla fine? Davvero un’Italia più sicura, o un’Italia che garantirà i potenti e perseguiterà chi cercherà la strada dell’affermazione dei diritti garantiti dalla Costituzione ?
E questo, in definitiva, sarà l’obiettivo di questa destra che finalmente getta convintamente la maschera. Lo smantellamento della Costituzione antifascista che continuerà ad avere come obiettivo, percorrendo anche altre strade: quelle del Premierato e dell’Autonomia Differenziata. Se 162 signore e signori hanno più a cuore i loro scranni piuttosto che la democrazia, come si fa a tollerare che possano fregiarsi del titolo di rappresentanti del popolo italiano?
Saremo in grado di correggere il tragico errore commesso due anni fa consentendo che arrivassero al potere i demolitori dichiarati dei più alti valori costituzionali? Gli strumenti saranno sempre quelli della democrazia. Se non lo vorranno o sapranno fare deputati e senatori, ci penseranno, prima o poi, gli elettori quando si convinceranno di nuovo che il voto è il fondamento più solido delle nostre libertà democratiche.