CI manca Andrea Purgatori. Ci manca nel cuore la figura di un giornalista di estrema professionalità che ha saputo cercare e contribuire a “costruire” la verità sulla Strage di Ustica.
Dalla prima tragica notte del 27 giugno 1980 ha continuato acercare, scavare. Senza farsi abbagliare dalle trappole della verità di comodo del cedimento strutturale, la tragica ovvietà che gli aerei cadono.
Quella verità del cedimento strutturale che doveva –e in gran parte c’era riuscita- placare e addormentare l’opinione pubblica, che ha portato al fallimento della compagnia Itavia e all’indagare senza mordente (e rinunciando alla competenza tecnica) da parte della Magistratura.
E bisogna sempre domandarsi: cosa sapremmo oggi di Ustica senza la professionalità e la passione di Andrea? Questa è la domanda che con riconoscenza dobbiamo tenerci nel cuore.
Ma oggi voglio dirlo, ci manca il suo “punto fermo” di verità, di professionalità, di impegno per la conoscenza.
Contro la marea della barbarie, dei depistaggi, contro la riscrittura della storia di questa destra che vuole allargare il suo potere.
Contro questa logica nefanda di una “par condicio” che tende asommergere ogni verità e che la stampa troppo spesso vuol supinamente accettare.
Voglio ricordare che abbiamo celebrato il 44° Anniversario della strage di Ustica con l’impegno ancora forte di voler raggiungere l’ultimo “pezzo” di verità, cioè individuare chi materialmente ha“colpito” il Dc9, procurando la morte di 81 cittadini italiani innocenti e siamo grati di un appropriato messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella, che devo anche in questa occasione ringraziare.
Ma siamo stati circondati dal furore dilagante delle menzogne :abbiamo ancora dovuto leggere il Dc9 è precipitato per una bomba, come sostenuto da una perizia motivatamente sconfessata,ancora nella fase istruttoria, dai Magistrati stessi, giudici e pubblici ministeri che l’avevano “commissionata”.
Abbiamo dovuto leggere la falsità che le assoluzioni dei generali incriminati per alto tradimento demolivano la Sentenza ordinanza del giudice Priore, mentre più volte nello stesso dispositivo si precisa che si è trattato di considerare fatti accaduti dopo la tragedia e non le cause della tragedia!
Abbiamo dovuto leggere che nelle carte dei servizi, volutamente tenute segrete, c’era la prova dell’esplosione. Niente di più falso! Perché in quelle carte, di cui proprio l’Associazione ha chiesto la pubblicazione, c’è soltanto la storia della trattativa tra servizi italiani e arabi dopo che a Ortona nella notte tra il 7 e l’8 novembre del ’79, tre membri dell’Autonomia italiana vengono sopresi mentre trasportano missili “Strela” destinati alla resistenza palestinese. Una trattativa non semplice, protratta nel tempo, si parlava di restituzione delle armi o di pagamenti e di liberazione per gli arrestati ma che non ha mai avuto i toni drammatici che possano far pensare all’uccisione di 81 persone; una trattativa che è andata avanti nel tempo –dal 79 all’82- con qualche tensione, ma senza drammatiche ritorsioni, fra entità che cercavano solo la via della comprensibile e della collaborazione.
Abbiamo infine tutti, assieme al figlio Edoardo Purgatori, voluto ricordare un grande giornalista, un grande professionista, un grande amico che ci ha lasciato davvero troppo presto e di cui sentiamo una mancanza indescrivibile!
Intervento in occasione della Festa dell’Unita di Modena, 1 settembre