Anche i media sempre più votati al silenzio sulle vittime di guerre o in fuga da conflitti, fame e povertà

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Nella settimana in cui dominano le pruriginose notizie sull’affaire Boccia-Sangiuliano, con l’addio tra le lacrime al ministero e la nomina di un nuovo titolare, accadono cose che in altri tempi avrebbero aperto le prime pagine dei giornali e che invece a malapena finiscono in fondo, con pochi spesso insignificanti dettagli. E forse per qualcuno é meglio che scivolino via cosi le notizie sull’ennesima barca di migranti naufragata a dieci miglia nautiche da Lampedusa con 21 persone disperse, quasi tutti siriani  tra cui tre bambini, il più piccolo ha meno di 4 anni. Dieci miglia nautiche sono più o meno a un’ora dall’isola, in acque italiane, piene ancora di turisti e vacanzieri.  In quelle stesse acque, gli  instancabili e preparati soccorritori della nostra guardia costiera – seppure arrivati quando la barca era già capovolta – riescono a portare in salvo sette uomini rimasti per ore aggrappati al relitto. Poi dal comando di Roma pubblicano il drammatico video del soccorso. Cosa sia accaduto a quella barca non è ancora chiaro. La Ong SeaWach mostra la foto scattata dall’ereo di pattugliamento SeaBird di una barca analoga con persone a bordo che corrispondono ai naufraghi: segnalata giorni prima alle autorità competenti: un SoS che – dicono dalla Ong – é rimasto inascoltato. Se fosse quella naufragata, forse si poteva intervenire prima. Forse quelle persone si sarebbero potute salvare. Forse, se a qualcuno interessasse davvero la sorte di queste persone più di quanto sia importante tenerle lontane. E allora ben vengano i gossip a riempire pagine e pagine di giornali e programmi tv dove del migrante si parla solo quando si comporta da delinquente patentato e mai quando può essere una risorsa per rinnovare una società in decadimento. Meglio continuare a non dare forma a queste persone così é più facile portare l’opinione pubblica ad assuefarsi all’orrore. Bisogna farsi amico l’orrrore sennò deve essere un nemico da temere diceva in “Apocalypse Now” il colonnello Kuntz nel suo monologo.  Ecco, più tempo passa, più ho la netta sensazione che stanno pericolosamente aumentando gli amici dell’orrore. E temo che tra i complici ci siano anche i media sempre più votati al silenzio sulle vittime di guerre o in fuga da conflitti, fame e povertà

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