Alziamo anche noi la voce per salvare l’indipendenza del nostro cinema

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Dopo gli eventi di ieri a Venezia e le notizie che provengono dal ministero presieduto dino a due gionri fa da Sangiuliano, credo che l’intero mondo della comunicazione dovrebbe affiancare, e anche stimolare, il comparto del cinema ad alzare e fortemente la voce.

Era ed è il secondo obiettivo fondamentale da parte della destra: occupare militarmente la Rai e smantellare il cinema italiano contemporaneo per ridurlo al cine Luce di antica memoria, aggiornato ai tempi.

Sangiuliano questo smantellamento lo ha cominciato e non è facile pensare che il neo ministro Giuli lo lascerà decadere. Anzi. E dunque che si aspetta tutti, ma dico tutti anche noi giornalisti e ovviamente gli esperti di cinema in particolare, a rilanciare in ogni sede il grido di dolore di Nanni Moretti: “ Ai colleghi produttori e registi dico: dovremmo essere più reattivi nei confronti della prossima pessima legge sul cinema”.

La commissione che valuterà le pellicole da finanziare o respingere formalmente forse deve ancora essere nominata ma l’ex ministro le sue personali nomine diciamo in pectore le ha già preparate e secondo alcuni media le ha firmate prima di uscire per l’ultima volta dal ministero: famigli di antica fede, amiche e amici personali, militanti in associazioni o giornali dichiaratamente di destra e via così. Doveroso attendere ma anche più doveroso farsi sentire.

Articolo21, soprattutto con Vincenzo Vita, se ne occupa da tempo. Molti di noi, da altrettanto tempo, sognano un legame più stretto e continuativo con il mondo del cinema e del teatro. Forse è il momento giusto per provarci.

Per capire bene di cosa parliamo non dobbiamo nemmeno fare ricorso ad una grande memoria. A Venezia il Leone d’argento della giuria internazionale, quella sì di esperti veri, è stato assegnato al film di Maura Delpero “Vermiglio”. Una regista giovane, al suo secondo lungometraggio, che ha realizzato un film con tanti produttori indipendenti, fra i quali Moretti, e il contributo del ministero della cultura senza il quale sarebbe stato impossibile investire su una pellicola così.

Abbiamo capito di che parliamo? Vogliamo che per i prossimi anni arrivino solo film prodotti dai colossi italiani in mano peraltro al governo, trattandosi di Ria e Mediaset, e dei produttori stranieri magari quelli più amici di Trump? Confidiamo sull’indipendenza di Hollywood e facciamo bene, ma provare a salvare l’indipendenza anche del nostro cinema sarebbe una buona battaglia. Da fare subito.

 


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