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11 settembre, 23 anni dopo il dolore per gli attentati e il peso morale per le conseguenze

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Il tempo passa, ma 23 anni dopo il dolore di quel tragico  11 settembre 2001 resta immutato.
Ogni dettaglio è impresso a fuoco nella mente di chi quei terribili momenti li ha vissuti.
Il fumo della prima torre nelle immagini della CNN, gli sguardi sgomenti dei colleghi, il secondo aereo che si schianta sull’altra torre, i soccorritori che cercavano di salvare più vite possibili, il fuoco e la cenere, le esplosioni, le persone senza speranza che si gettavano nel vuoto, il crollo delle torri, le vittime innocenti di quella crudele follia umana.
Resta tutto lì, indelebile..
Come la consapevolezza dell’odio di chi aveva ideato e messo in atto questo orribile piano: distruggere un miracolo di architettura, cancellandolo per sempre insieme a 2753 vite (a cui vanno aggiunte le 184 vittime del Pentagono e i 40 passeggeri del volo 93 diretto a Pittsburgh)..
Se è doveroso non dimenticare le vittime dell’11 settembre 2001, è necessario anche ricordare le conseguenze di vasta portata di quegli attentati, sia a livello nazionale che internazionale.
Gli Stati Uniti pochi mesi dopo hanno lanciato la “Guerra al terrorismo”, che ha portato all’invasione dell’Afghanistan per rovesciare il regime dei talebani e cercare i terroristi di al-Qaeda, l’organizzazione dietro l’attacco.
Sono state inoltre introdotte leggi significative, come il Patriot Act, che hanno ampliato i poteri del governo in termini di sorveglianza e sicurezza interna.
Gli attacchi hanno anche avuto un impatto devastante sull’economia, causando la chiusura delle borse, la perdita di posti di lavoro e un rallentamento generale della crescita economica.
Gli attentati hanno di fatto inasprito le tensioni tra diverse comunità, in particolare quelle musulmane, portando a episodi di islamofobia e discriminazione.
Gli Stati Uniti hanno rafforzato le alleanze con diversi paesi e creato coalizioni anti-terrorismo, ma anche innescato tensioni con alcuni stati che hanno visto le azioni statunitensi come un’ingerenza.
La guerra in Afghanistan e le ulteriori azioni militari in Iraq oltre a causare la morte di centinaia di migliaia di persone hanno contribuito all’instabilità nella regione, generando conflitti e crisi umanitarie.
Il peso morale dell’Occidente, in seguito agli eventi dell’11 settembre e per le risposte adottate dagli Usa e i suoi alleati, è indiscutibile seppure complesso e ambivalente.
Le operazioni militari e le politiche di sicurezza hanno sollevato interrogativi sulla moralità di tali azioni, spesso viste come imperialiste o aggressive.
A cominciare dalle guerre in Iraq e Afghanistan, oggetto di controversie riguardo alla legittimità secondo il diritto internazionale.
Come la gestione delle prigioni dove sono stati incarcerati presunti terroristi, come Guantanamo Bay, che ha sollevato questioni morali significative in tema di violazione dei diritti umani che aggravano il “peso” dell’Occidente post 11 settembre.


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