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Venezia 2024. L’attività dell’AAMOD. Il Premio Zavattini. L’appello per Gaza

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Nel corso dell’iniziativa “L’occhio irriverente di un archivio espanso. L’AAMOD verso i 40 anni dalla fondazione”,  l’ Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, ha annunciato, durante la 81ma Mostra di Venezia, un annale storico per l’importante compleanno. Nonché le attività principali della stagione 2024/2025 e la volontà di proseguire, perfezionandoli, i percorsi intrapresi . A questo proposito il Presidente Vincenzo Vita, già parlamentare, politico e saggista, ha dichiarato che farà il possibile affinché l’AAMOD alzi il livello della sua categoria alla stregua delle grandi istituzioni italiane, sottolineando: “Sono convinto che l’archivio, per tutto il lavoro portato avanti, meriti di entrare nella serie A delle nostre istituzioni”.

 

Sono stati ricordati  Il progetto e le forme di un cinema politico (convegno/rassegna);  l’arena estiva L’Aperossa, con uno spazio dedicato alla costellazione UnArchive, insieme di iniziative di formazione, produzione e promozione, rivolte, in modo specifico, al riuso creativo delle immagini.  Attività, che secondo le ultime correnti di pensiero da Erich Fromm a Danilo Dolci,  sono imprescindibili per la formazione di uomini di pace.

 

 

Sottolinea Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD: Come si vede, la vecchia talpa dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico scava. Finalmente, sono divenute manifestazioni stabili attività che hanno interpretato il rilancio delle politiche culturali della Fondazione in questi ultimi anni. Continuiamo a pensare che il lavoro intellettuale non sia assoggettabile a mere logiche mercantili. Anzi. Le differenze sono il sale e la molla della creatività. L’Archivio ha i piedi ben posati nella tutela della memoria e – tuttavia – guarda senza timore all’epoca dell’intelligenza artificiale. Il faro è stato e sempre sarà l’applicazione della Costituzione antifascista.

 

 

In particolare sono stati resi noti i titoli, gli autori e le autrici dei progetti finalisti della IX edizione del Premio Cesare Zavattini. La selezione è stata comunicata dalla coordinatrice del Premio Zavattini, Aurora Palandrani.

 

La Giuria, presieduta da Roland Sejko, e composta da Benni Atria, Monica Maurer, Ivelise Perniola e Alessia Petitto, ha apprezzato la qualità, la varietà di temi e approcci al materiale filmico di repertorio dei quasi 90 progetti esaminati ed ha designato quali finalisti i seguenti nove progetti:

Sechs monate sommer. Sei mesi d’estate di Claudio Cesaroni, una storia di emigrazione in Svizzera vista con gli occhi di un bambino;

In un soffio. Empty vessels di Noemi Greco, una rilettura della memoria familiare attraverso materiali d’archivio privati;

Com’era qui, com’eri tu, quando non c’ero io di Meriam Jarboua, che ha l’intento di ricostruire l’immagine dei propri genitori immigrati, prima della propria nascita;

Echi di memoria di Alessandro Guerriero, rievocazione del terremoto dell’Irpinia attraverso due testimoni e archivi fotografici d’autore;

Giocare a fare la guerra di Anita Ricci, Marco Rossi, Michele Rodolfi, ricerca intorno a un Combat film finto, che ha causato la distruzione di un paese vero;

Isterìa in un vestito a fiori di Marija Stefanija Linuza, riflessione sul matrimonio e l’etica della vita sessuale a partire dalle idee della scrittrice femminista lettone Ivanda Kaija;

Milano infetta. Gli anni del Virus di Tommaso Cohen, che rievoca lo sgombero dello spazio occupato Virus di Milano e la nascita movimento punk;

Noialtre di Michele Sammarco, che intesse racconti, vissuti e storie di donne della pianura veneta;


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