A Verbania la destra dimostra ancora una volta di non tenere in grande considerazione le istituzioni repubblicane. Tra queste, come recita l’art.33 della Costituzione, vi è la scuola pubblica, che dovrebbe vedere riconosciuta nei fatti la propria autonomia. Ma per la destra che governa la Città di Verbania questa autonomia deve essere vincolata al parere della politica, quindi, nei fatti, viene negata. Succede quindi che piena estate, a scuole chiuse e senza nessun confronto, l’Amministrazione comunale di Verbania non trovi di meglio da fare che revocare la delibera con la quale la giunta precedente dava parere favorevole all’intitolazione a Gino Strada della scuola media di Verbania-Pallanza, oggi intitolata al Generale Luigi Cadorna. Le ragioni sono da ricercare in uno scontro tutto ideologico messo in atto contro la scuola, il corpo docente e gli alunni. Colpevoli, a detta del neo Sindaco Albertella, del solo fatto di aver scelto liberamente di voler intitolare la propria scuola ad un uomo che ha sempre lavorato per la pace e in ambito umanitario. Non entro qui nel merito del dibattito ideologico animato dalla giunta circa un ardito, quanto fuori luogo, confronto tra Gino Strada e Luigi Cadorna, perché non sto al gioco di chi vuole trasformare una libera scelta di una scuola in una battaglia ideologica. Mi limito solo a far notare che in questo paese esiste una cosa chiamata autonomia scolastica e che una libera scelta presa da un collegio docenti e da un consiglio d‘istituto all’unanimità ha il dovere di essere rispettata e non calpestata. Il Sindaco Albertella e la sua giunta dovrebbero unicamente rispettare l’autonomia di una scuola e lasciare a studenti e studentesse, insieme al corpo docente, la scelta. Per quanto possa risultare anomalo alla destra che governa questo paese, la qualità di una democrazia passa anche dalla libertà delle istituzioni che la compongono. Tra queste c’è anche la scuola pubblica, vera palestra di democrazia e cittadinanza, utile al futuro di questo paese molto più di una classe dirigente ideologica e censoria nei confronti della libertà di pensiero e di scelta dei nostri studenti e delle nostre studentesse.