L’intesa raggiunta dalle forze politiche di opposizione sulla Rai è un buon passo avanti. Senza enfasi o compiacimenti retorici Articolo21 può dire a buon diritto di aver proposto in tempi non sospetti esattamente ciò che è emerso dal campo progressista. Una rottura di continuità positiva. Ora è augurabile che la stessa maggioranza eviti un inutile e dannoso braccio di ferro. Si metta in cantiere un percorso che riprenda un lungo dibattito, che ha prodotto testi e articolati. Non si parte certo da zero.
Ci sentiamo a questo punto di fare un’ulteriore proposta. Non ci si limiti alla revisione della cosiddetta “governance”. Si discuta finalmente della e sulla missione di una Rai che ha smarrito da tempo la missione di servizio pubblico. Anche in vista della scadenza della Convenzione con lo Stato nel prossimo (e vicino) 2027. Insomma, si definisca un Cantiere aperto al mondo associativo e a coloro che hanno competenze in materia. Serve una Rai in grado di interagire da protagonista con l’età dell’intelligenza artificiale. Infine. Articolo 21 appoggia i ricorsi alla giustizia amministrativa di diversi candidati al consiglio di amministrazione della Rai, in vista dell’udienza davanti al TAR del prossimo 23 ottobre. La data non può essere elusa. Comunque, si superi quella scadenza che potrebbe riservare sorprese. Per l’intanto una certezza c’è: la legge voluta da Matteo Renzi nel 2015 e’ un arnese di un bruttissimo passato.