Parlare di fascismo a Latina in una serata dedicata ai diritti e agli attacchi alla Costituzione

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Proiettare l’inchiesta “Gioventù meloniana” a Latina non è la stessa cosa che farlo altrove. E’ successo nel Giardino del Patto di Latina Scalo, il quartiere ad alta densità di lavoratori pendolari per Roma, molti operai, molti immigrati, molta più integrazione che nel resto della città, con un pubblico attento, già informato sul contenuto del documentario e tuttavia ancora curioso di conoscere altro, come è nato il lavoro d’inchiesta, perché, con quali strumenti e obiettivi è stato portato avanti. A rispondere due giornalisti di Fanpage, Cristiana Mastronicola e Luigi Scarano, che hanno dialogato con i presenti su come si è articolato il lavoro di ricostruzione delle nuove leve del fascismo in Italia che passano dentro le organizzazioni giovanili del partito di Fratelli d’Italia. Alla serata hanno partecipato il giornalista Stefano Lamorgese del Premio Morrione e Davide Mattiello del presidio di Articolo 21 del Piemonte che per primo ha avuto l’idea di proiettare il documentario in uno spazio pubblico, sotto la sede Rai di Torino visto che la reti pubbliche avevano del tutto oscurato sia l’inchiesta che le reazioni, peraltro arrivate con incredibile ritardo, dopo un silenzio lunghissimo da parte sia di Fratelli d’Italia che del Governo. “I colleghi degli altri Paesi ci chiedono perché nelle inchieste i giornalisti italiani non ricevono risposte alle loro domande. – ha detto Scarano – Purtroppo in Italia si è persa l’abitudine a rilasciare interviste che non siano pre confezionate e quando chiedi di poter intervistare questo  quel ministro l’ufficio stampa ti blocca o rinvia tutto di mesi”. “La nostra categoria deve riconoscere che ha smesso di ‘mordere’ e di sottostare (in larga misura) alla legge talvolta del silenzio che il potere vuole imporre in Italia. Ne abbiamo esempi illustri. Poi ci sono le belle eccezioni  come questa inchiesta di Fanpage”, ha aggiunto Lamorgese.

“Essere qui a Latina a parlare di fascismo ha un senso specifico. – ha sottolineato Mattiello nel suo intervento – Qui io sono già stato da componente della Commissione Antimafia nel 2014, qui c’è uno zoccolo duro di fascisti e accendere i riflettori su quel mondo, sui giovani che ancora di dichiarano nostalgici di Mussolini è, credo, un dovere civico e professionale. La destra italiana ha un problema con i giornalisti, lo dimostra, tra l’altro, l’aggressione di esponenti di Casapound al giornalista de La Stampa Andrea Joly”.

I lavori della serata, moderati da Graziella Di Mambro, responsabile legalità di Articolo 21, sono stati aperti dai saluti del presidente del presidio di Latina, Fabio D’Achille, e dalla portavoce Patrizia Migliozzi, con un videomessaggio del coordinatore dei Presidi, Giuseppe Giulietti. Presenti i genitori di Mario Paciolla e in apertura la signora Anna Motta ha ricordato il valore del giornalismo d’inchiesta e quanto i giornalisti siano considerati “un problema” in molti Paesi del mondo. A Mario Paciolla, il giovane cooperante napoletano morto in circostanze mai chiarite a San Vicente del Caguán il 15 luglio 2020 il presidio di Latina e il Comune hanno dedicato una panchina inaugurata a dicembre 2022.
A latere della proiezione e del dibattito l’associazione Anpi ha raccolto le firme a supporto del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.


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