In questi giorni di inizio agosto, complice un po’ di tempo libero, mi sono tolto lo sfizio di rivedere due puntate di una serie che ho amato molto. Si tratta del Maresciallo Rocca, terza stagione, andata in onda nel fatidico anno 2001, alla vigilia delle Politiche che avrebbero riportato Berlusconi a Palazzo Chigi. Ebbene, le due puntate in questione (“Crudele destino” e “L’ultima sfida”) vedono protagonista una tremenda banda di criminali italiani che, in combutta con la malavita albanese, gestisce il traffico di immigrati clandestini nel canale di Otranto e un vasto giro di prostituzione. Non starò qui a fornire ulteriori elementi della trama: chi vuole, trova lo sceneggiato su RAI Play e vi garantisco che merita davvero. Mi interessa, invece, rivolgere un appello alla presidente della Commissione di Vigilanza RAI, Barbara Floridia, in vista degli Stati generali del servizio pubblico che si svolgeranno in autunno.
Cara presidente Floridia,
non so se lei abbia visto, a suo tempo, le due puntate in questione. Comunque sia, mi permetto di consigliarle di rivederle. Come ben sa, infatti, il destino della RAI è incerto e non c’è dubbio che la sua offerta culturale sia notevolmente calata negli ultimi anni. Ebbene, mi appello alla sua sensibilità, approfittando pure del fatto che lei ha dichiaro pubblicamente di essersi innamorata della nostra categoria.
Chiuda gli occhi e compia un viaggio indietro nel tempo. Era il 2001, ventitré anni fa. Immagino che lei fosse una studentessa universitaria e che già seguisse le vicende politiche e civili del nostro Paese. Ricorderà, dunque, che la questione migratoria, anche allora, era un argomento piuttosto dibattuto. E ricorderà anche che l’Italia aveva partecipato attivamente ai bombardamenti su Belgrado, al culmine delle guerre balcaniche che avevano dilaniato una regione situata a poche miglia di distanza dalle nostre coste. Cosa fece la RAI di allora? Ebbe coraggio. Sfruttando la popolarità e la bravura di attrici e attori straordinari come Gigi Proietti e Stefania Sandrelli, mise in onda una seguitissima serie nel corso della quale si vedevano chiaramente le conseguenze di un conflitto devastante. Pensi solo alle due prostitute assassinate nel corso di uno degli episodi: si vede lo sfruttamento, la crudeltà e la spietatezza delle organizzazioni criminali; ma si prova anche empatia per queste ragazze, presentate dagli sceneggiatori e dal regista come esseri umani e i cui corpi sfregiati vengono inquadrati in primissimo piano non per un’esibizione voyeuristica del dolore ma per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla barbarie in corso. Le due attrici, Julija Majarčuk e Angelica Russo, con la loro bravura e bellezza, facevano il resto. Pensi alla denuncia fortissima che puntate del genere costituivano nei confronti delle scelte compiute dagli stessi governi di centro-sinistra, tutt’altro che teneri sul fronte dell’immigrazione e non sufficientemente in grado di gestire l’aspetto umano della questione. Pensi alla potenza emotiva di una simile narrazione, con tanto di attentato nei confronti della signora Margherita (Stefania Sandrelli, moglie di Rocca, Gigi Proietti), e senz’altro giungerà alla conclusione che abbia avuto un impatto su chiunque l’abbia vista. Berlusconi, poi, ha vinto ugualmente, ma quella RAI era ancora capace di far riflettere e spronare le coscienze.
Ecco, ora chiuda nuovamente gli occhi e si interroghi se una fiction del genere, magari con al centro due povere criste provenienti dalla Nigeria e tutto il giro di malfattori che ruota loro attorno, potrebbe mai andare in onda nella RAI di oggi. Conosce già la risposta. Proprio per questo, le chiedo di vedere o rivedere le due puntate che ho citato. Sono certo, infatti, che possano aiutarla a svolgere ancora meglio il delicato compito che le è stato affidato, indicandole la strada da seguire per restituire al servizio pubblico credibilità, autorevolezza e la possibilità di far emergere sia il meglio dell’Italia sia i tanti aspetti che proprio non vanno.
Mi sono interrogato a lungo, ad esempio, su cosa accadrebbe se i soliti noti tuonassero con furia contro i “clamdestini” e non meno di dieci milioni di italiani si trovassero di fronte il corpo di una ragazza di vent’anni massacrato di botte e inquadrato da vicino, proprio per suscitare un moto di sdegno. Non a caso, anche la destra, a quei tempi, aveva innumerevoli difetti ma non era quella attuale. Determinati toni anche i più facinorosi sapevano di non poterseli permettere, perché sarebbe stato il cosiddetto “Paese reale” a chiedergliene conto.
Il mio auspicio, come cittadino e come giornalista, è pertanto che gli Stati generali in programma possano restituirci se non quella RAI, quanto meno un servizio pubblico in grado un minimo di somigliarle. Vorrei che sensibilità, solidarietà, gentilezza, attenzione nei confronti del prossimo, amore per il bene comune e dedizione al lavoro, le virtù del maresciallo Rocca, per citare un personaggio positivo noto ai più, tornassero d’attualità.
Se le scrivo, è perché so che anche lei la pensa così.
Quanto a me, ho voluto trasformare un ricordo di quand’ero bambino in una riflessione politica su un tema che mi sta particolarmente a cuore. Perché se sono cresciuto in un certo modo, lo devo anche a quell’azienda, ora più che mai bisognosa di ritrovare se stessa, ridefinirsi e garantire alle tante persone che la seguono ogni giorno il diritto di essere informate. Non solo informate, direi: anche aiutate a essere migliori. A me, per dire, l’immagine della Majarčuk riversa a terra in condizioni disumane e quella della Russo accoltellata, pur sapendo che si trattasse di una finzione, hanno insegnato, a undici anni non ancora compiuti, a non accettare alcuna forma di violenza nei confronti delle donne. Non è poco: è tutto.
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