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La vergognosa figuraccia dell’Italia che fa male ai nostri grandi atleti e a tutti noi

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E’ sempre faticoso dover dare ragione ad Andreotti per la storia della leggendaria frase…a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre! Però di fronte ai fatti che dire? E’ così. L’irresponsabile attacco voluto dal governo italiano e costruito con la presenza personale della presidente del consiglio in quella ore a Parigi, al fine di inscenare una campagna a livello mondiale che si basa sulla omotransfobia, ci sta isolando anche nel mondo dello sport internazionale, a tutto svantaggio dei meravigliosi atleti italiani.

Si prova una certa vergogna a vedere confermati i peggiori sospetti sull’uso strumentale fatto di Imane Khelif, unica e vera vittima di questo linciaggio. Oggi si è ufficialmente saputo che Angela Carini e il suo staff riceveranno 100.000 dollari dall’IBA, un ente pugilistico internazionale che il CIO non ha voluto alle Olimpiadi e che fa riferimento a Putin e Orban, presieduto dall’oligarca russo Kremlef.

Questi sono fatti. Inoltre, ma ancora manca l’ufficialità, la Carini sarà incaricata di gestire l’immagine del progetto Caivano verde lanciato da Giorgia Meloni e avrà una promozione in polizia.

Che bella immagine dello sport italiano! E che straordinaria arma di distrazione di massa in un momento in cui il governo affonda nella inconsistenza della politica economica, nei treni in ritardo di ore, nella siccità da calamità biblica del sud, nella disordinata gestione del turismo, nella illegalità delle spiagge, nella miseria di tanti e nella tragedia degli immigrati ridotti in schiavitù, nella apocalittica situazione delle carceri.

Ancora più rabbia si prova guardando gli straordinari atleti italiani, che spesso scopriamo solo ogni quattro anni, che davvero arrivano a successi inimmaginabili con sacrifici, umiltà, spirito sportivo, solidarietà. E che se arrivano al quarto posto vengono quasi insultati dai cronisti del servizio pubblico di regime, che stanno dando una delle peggiori prove di sempre anche in occasione delle Olimpiadi. Atleti che hanno saputo parlare di etica della sconfitta, che lottano punto su punto fino al centesimo di secondo, che ci rendono orgogliosi, loro si, di essere un grande paese.


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