Intimidazione al Montespaccato calcio, l’immobile confiscato al clan Ganbacurta

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Un atto dimostrativo e probabilmente intimidatorio quello perpetrato da ignoti al “Don Pino Puglisi”, l’impianto sportivo di Via Stefano Vaj, 41, già di proprietà del clan Gambacurta, nel luglio scorso tornato agli onori della cronaca per la discutibile sentenza di revoca parziale della confisca poi sospesa su richiesta della Procura generale della Corte di Appello, anche a seguito della mobilitazione innescata dall’Asilo Savoia, azienda pubblica che ne gestisce temporaneamente le attività sportive a valenza sociale con il programma “Talento & Tenacia – crescere nella legalità”.
Nella notte tra il 20 e il 21 agosto ignoti hanno infatti completamente devastato la sala polifunzionale dell’impianto, utilizzata per le attività di studio, laboratori e corsi del Gruppo Sportivo Montespaccato. Armadi spaccati, libri stracciati e gettati in terra, scrivanie distrutte, impianto elettrico divelto, perfino il calciobalilla fatto a pezzi e reso completamente inservibile.
Fortemente danneggiati anche il campo di calciotto e gli spogliatoi annessi dedicati alla scuola calcio e alle giovanili.
Tutto ciò proprio a ridosso della riapertura della stagione sportiva, ad evidente volontà di arrecare importanti danni economici al Montespaccato e all’Asilo Savoia, allontanando così dal centro sportivo bambini e famiglie, che in misura sempre crescente frequentano il “Don Pino Puglisi”, diventato un vero e proprio punto di riferimento per l’intero Quartiere.
“Non è di certo la prima volta che subiamo atti di vandalismo – dichiara l’amministratore del GS Montespaccato Antonello Tanteri – sempre prontamente denunciati alle autorità, ma in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa di ben diverso, un’affermazione di forza volta a dimostrare all’intero quartiere che tutto quello che stiamo facendo a Montespaccato dal giorno del sequestro della polisportiva e dell’impianto può essere fermato e distrutto con facilità”.
Sembra chiaro il riferimento: meno di un mese fa proprio al “Don Pino Puglisi” ha fatto tappa la Commissione parlamentare di inchiesta sul degrado delle periferie, che con il suo Presidente Alessandro Battilocchio aveva espresso solidarietà e sostegno in merito alla recente vicenda della restituzione al figlio del pluripregiudicato Franco Gambacurta delle quote della società proprietaria dell’impianto sportivo del Montespaccato Calcio. Analogamente si erano espressi in un’affollata assemblea di Quartiere, pochi giorni prima, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e in rappresentanza del Presidente della Regione Lazio l’assessore alle politiche sociali Massimiliano Maselli, mentre su proposta del deputato Simonetta Matone era stato approvato dalla Camera dei Deputati un ordine del giorno che impegnava il Governo a sostenere la prosecuzione delle attività.
Lapidario il Presidente di Asilo Savoia, Massimiliano Monnanni, che unitamente all’intero CdA dell’azienda pubblica di servizi si era già rivolto alle istituzioni invitandole a sottoscrivere un patto di comunità per Montespaccato: “È un attacco al Quartiere e a chi si impegna per migliorarlo. Se qualcuno pensa di intimidirci e costringerci ad andare via si sbaglia di grosso. Lo abbiamo già detto – ribadisce Monnanni – anche se rimanessimo soli e senza alcun aiuto noi non abbandoniamo Montespaccato; sei anni e più di impegno e di risultati raggiunti contando solo sulle nostre forze ci dicono che questo quartiere merita un presente e un futuro ben diverso da quello del clan Gambacurta”.
“Non a caso avevamo chiesto alle Istituzioni – aggiunge Monnanni – di passare dalle parole ai fatti, sottoscrivendo un patto di comunità per Montespaccato che contenesse precisi impegni e concreti sostegni. È una richiesta che rinnoviamo e che confidiamo si trasformi in atto concreto da parte di Regione e Comune il prima possibile, perché, come dimostra quanto accaduto, il tempo è ormai ampiamente scaduto”.
“Ora – conclude l’amministratore delegato GS Montespaccato Tanteri – ci attende una lotta contro il tempo per ripristinare sala studio, campo e spogliatoi della Scuola Calcio in vista della prossima ripresa delle attività. Un ulteriore sforzo economico per il quale rinnoviamo l’appello chiedendo aiuto a imprese solidali ed esponenti della società civile, affinché bambini e ragazzi del Quartiere non vengano privati del loro centro sportivo”.


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