La mattina dell’11 agosto 1944 la Martinella, la campana di Palazzo Vecchio, suonò a lungo, nel silenzio irreale di Firenze occupata dai tedeschi, che avevano minato tutti i ponti sull’Arno e la battaglia era iniziata di casale in casale alle porte della città, per proseguire fino all’annuncio di un coprifuoco permanente. Le truppe tedesche avrebbero sparato a chiunque fosse stato trovato in strada o alla finestra. La resistenza tutta partigiana si era intanto organizzata, con l’appoggio coraggioso e forte dei fiorentini. Le truppe inglesi stavano convergendo seguendo il percorso dell’Arno. Ed è la prima volta che soldati alleati confluiscono in una operazione militare con la resistenza locale. La campana fu il segnale. Erano le sei del mattino. Poco dopo suonò anche la campana del Bargello. Firenze insorse.
Si combattè per molte ore. Casa per casa, vicolo per vicolo, in tutto il centro della città. I partigiani ricevettero l’ordine di attraversare l’Arno, quindi i componenti del CTNL da via della Condotta, luogo dove era stata preparata l’insurrezione, confluirono in prefettura per prendere il comando della città. Una volta preso, il CTLN nominò la giunta comunale con sindaco Gaetano Pieraccini (PSI) e vice sindaci Mario Fabiani (PCI) e Dino Zoli (DC); nomine poi confermate dagli alleati.
Era la prima volta nel corso della campagna d’Italia, che il governo di un territorio veniva nominato dalle forze della resistenza antifascista.
E quello che accadde a Firenze in quel meraviglioso e drammatico 11 agosto ha avuto una testimonianza diretta e di estremo valore storico fra le più importanti in assoluto.
Due giornalisti della Rai di Firenze, Amerigo Gomez e Victor De Sanctis, utilizzano microfoni, dischi in acetato e un registratore che mettono insieme con le loro mani e calano dalle finestre questi microfoni, o li puntano sula strada dalle cantine dove sono rifugiati. Rischiano alcune incursioni sui lungarni. Registrano le esplosioni di alcuni ponti, colpi di mortaio, urla di persone, sirene di allarme, voci di soldati…e poi, con il passare delle ore, l’arrivo di gente festante, ed escono anche loro per strada mentre la folla dilaga gridando che i tedeschi non ci sono più e Firenze è libera.
Ho avuto la fortuna di ascoltare questo racconto da uno dei protagonisti su una spiaggia della Versilia quando ero bambina: Amerigo Gomez morì giovane, nel 1964, ma di quegli eventi parlava anche con i piccoli, aveva una voce che incantava e si capiva che era un grande divulgatore. Da bambina non capivo molto, ma crescendo e incontrando suo figlio da adolescenti e da studenti delle superiori seppi per la prima volta di questo documento storico che Gomez e De Sanctis avevano realizzato e costruito in forma di documentario radiofonico che fu trasmesso per il decennale della liberazione di Firenze nel 1954. Un pezzo di storia che esiste nelle Teche della Rai e che si può ascoltare (https://www.teche.rai.it/1954/08/firenze-agosto-1944/).
Il documentario si conclude con la voce di Gomez che con commozione ricorda il momento in cui torna a diffondersi nell’etere la voce della stazione radio che era stata occupata dalle truppe nazifasciste e lui annuncia: “Qui radio Firenze, questa è la voce di Firenze liberata”. Perché la Rai è anche questo: un incredibile contenitore di pagine di storia.