Andrea Joly è un professionista in gamba, attento, equilibrato, la sua aggressione da parte di delinquenti fascisti è un fatto grave che ci riguarda tutti e tutte.
La Torino anti fascista e democratica ha immediatamente reagito convocando un presidio davanti alla prefettura per domani, 23 Luglio alle ore 18: un presidio di solidarietà, di protesta e di proposta.
C’è la questione della chiusura di associazioni come CasaPound, che richiamandosi esplicitamente al fascismo ed operando concretamente per la organizzazione di una forza sociale e politica capace di reinterpretarne il progetto, si pongono al di fuori della legalità costituzionale.
C’è la questione della chiusura di locali come “Asso di Bastoni”, che operano di fatto come presupposti consapevoli e quindi complici di questa illegalità costituzionale.
C’è la questione della reticenza già tante volte denunciata della “presidenta” (scrivo volutamente “presidenta” per candidarmi ad essere prontamente multato su disposizione fascio/leghista) Meloni, che è corresponsabile moralmente e politicamente dello sdoganamento della violenza fascista, da considerarsi un “sottoprodotto” della più complessiva nostalgia del ventennio (che fa tutt’uno con la nostalgia del Cavaliere più recentemente scomparso).
C’è la questione della insofferenza diffusa verso la libera informazione che è target specifico e qualificante delle destre spudorate ed illiberali, ma anche delle mafie, dei centri occulti di potere e di quanti in Italia non hanno mai voluto prendere sul serio la questione della concentrazione delle proprietà editoriali e della confusione tra potere politico e potere mass mediatico (chissà se vivremo un nuovo capitolo di questa saga con la candidatura di Cairo a Milano?).
Ma insieme ed oltre queste questioni c’è un fatto che infonde speranza: la reazione tempestiva e corale che porta al presidio di domani 23 Luglio riflette ormai un movimento vasto e trasversale che ha perfettamente compreso la posta in gioco e che per questo sta operando contemporaneamente su diversi obiettivi, coerenti tra loro.
Perché le sigle e le persone che animeranno il presidio di domani davanti alla prefettura di Torino, sono le stesse che raccolgono le firme contro la legge Calderoli, che polverizza l’Italia, che raccolgono le firme contro le norme che indeboliscono lavoratori e lavoratrici, che si mobilitano contro il premierato meloniano che liquida la democrazia costituzionale, che si impegnano per la sanità pubblica, per la conversione ecologica dell’economia, per la pace (a Settembre ci sarà una edizione straordinaria della Perugia-Assisi), per i diritti delle persone LGBTQ+ e che protestano contro ogni, vigliacca, aggressione omofoba, le stesse che vogliono una Italia liberata da mafie e corruzione.
Ecco, questo fronte ampio e trasversale, consapevole e determinato, è l’onda che sta montando ovunque nel Paese e che rimetterà le cose al loro posto, quello assegnato dai padri e dalle madri costituenti, che saggiamente chiusero ogni spazio alla ricostituzione (in qualunque forma) del partito fascista.