“Continuerò a lavorare per il servizio pubblico, anche se all’estero..” ha dichiarato,annunciano le sue dimissioni. Nel farle auguri di buon lavoro, vorremmo ricordarle che avrebbe potuto farlo utilmente anche in Italia. Purtroppo per lei lascia una Rai, se possibile, ancor peggiore di quella trovata. La responsabilità non é solo sua, ma di un ampio fronte trasversale che ha nominato questi vertici utilizzando la pessima legge Renzi che assegna ai governi e alle maggioranze di turno la facoltà di prendersi tutto.
Al presidente, tuttavia, spetta il compito di garantire equilibrio, di denunciare prevaricazioni e prepotenze, di denunciare alle autorità di garanzia, e, persino, di presentare le dimissioni segnalando anomalie e violazioni delle norme, a cominciare da quelle relative al contratto di servizio che,lo ricordiamo, discende dalla Costituzione.
Così fece, per fare un solo esempio, il professor Roberto Zaccaria che, sino all’ultimo giorno, difese l’autonomia e l’indipendenza della Rai, nel segno dell’articolo 21 della Costituzione.
Così non é stato in questo periodo. Basterà ricordare la sostanziale indifferenza che ha circondato la squallida vicenda dell’acquisto e del l’oscuramento del programma sulle mafie curato da RobertoSaviano, una vicenda che avrebbe meritato, anche da parte della presidenza della Rai, una pubblica denuncia davanti alle autorità competenti. Per non parlare dei comizi della Meloni trasmessi senza mediazione giornalistica alcuna o dei comportamenti antisindacali, sanzionati persino dai tribunali. Del resto, proprio oggi, la Commissione Europea ha reso finalmente pubblica la relazione sullo stato di diritto in Italia, richiamando l’Italia su conflitto di interessi, querele bavaglio, situazione della Rai..
La presidente de Rai ora andrà alla BBC, ma la Rai che lascia è sempre più distante dal modello inglese, sicuramente “non è la BBC”, ma assomiglia sempre più alla tv pubblica ungherese.