“Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare. “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica.
“La legge Gonella che ha istituito l’Ordine dei giornalisti – ha aggiunto Mattarella – ne dà una rappresentazione pregevole: ‘È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede'”.
“Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
“Alla Nato la Federazione Russa ha regalato un rilancio imprevedibile di ruolo e di protagonismo. Chi non ricorda le parole di più di uno, tra capi di stato e di governo della Nato che, appena tre anni fa, la definivano in stato di accantonamento, per usare un termine davvero riduttivo rispetto alle espressioni adoperate?”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare.
“L’Italia è impegnata, con convinzione, a sostegno dell’Ucraina. Insieme alla quasi totalità dei Paesi dell’Unione e insieme a quelli dell’Alleanza Atlantica”.
“C’è un altro aspetto inquietante: il diffondersi di una sub cultura che si ispira all’odio. Una violenza che, come lei ha detto, da verbale diventa frequentemente fisica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia del “Ventaglio. Il Capo dello Stato ha citato “il tentativo di grave attentato a Trump”, oltre a quelli subiti dallo slovacco Fico, dall’ex sindaca di Berlino Giffey, dal marito di Nancy Pelosi. “E’ fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici.
“Spero si possa ancora dire”. Questo l’inciso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna del “Ventaglio” quando, nell’elencare le personalità colpite da attentati, ha citato la “sindaca di Berlino”, usando il femminile. La frase arriva dopo le polemiche suscitate dalla pdl della Lega, poi ritirata, che avrebbe voluto vietare negli atti pubblici il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato.
“Occorre adoperarsi sul piano culturale contro la pretesa di elevare l’odio a ingrediente, a elemento legittimo della vita: una spinta per retrocedere nell’inciviltà. Si registrano anche un crescente antisemitismo, l’aumento dell’intolleranza religiosa e razziale, che hanno superato il livello di guardia. Un odio che viene spesso alimentato sul web, che va non soltanto condannato ma concretamente contrastato con rigore e severità”. “Vi sono, in giro per il mondo, – ha aggiunto Mattarella – molti apprendisti stregoni, incauti nel maneggiare, pericolosamente, gli strumenti che generano odio e violenza”.
“Spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale”, ha affermato il capo dello Stato. “Ma chi ne ha la responsabilità? Chi difende la propria libertà – e chi l’aiuta a difenderla – o chi aggredisce la libertà altrui?”,ha sottolineato ricordando che la Seconda guerra mondiale “non sarebbe scoppiata senza il cedimento per i Sudeti” da parte delle “cosiddette potenze europee” che “diedero a Hilter il via libera”: “Historia magistra vitae”.
“I vincoli di condivisione di valori dei nostri due popoli rafforzano i rapporti tra gli Stati e ne consentiranno la costante crescita. Al presidente Biden va il ringraziamento della comunità internazionale per il suo apprezzato servizio e la sua leadership”, ha detto il presidente della Repubblica parlando delle elezioni negli Stati Uniti.
“Se proprio vuole uno spunto di attualità, non glielo nego. Riguarda la lunga attesa della Corte Costituzionale per il suo quindicesimo giudice. Si tratta di un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l’istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia. Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”.
“Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile dei protagonisti a sottrarvisi”, ha detto Mattarella.
“Vi è un tema che sempre più richiede vera attenzione: quello della situazione nelle carceri. Basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest’anno. Condivido con voi una lettera che ho ricevuto da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: la descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l’Italia. Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, non va trasformato in palestra criminale”.
(Ansa)