Malpensa decolla l’Italia

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Se c’è un “dopo” immaginiamo Karl Marx che ci sorride o magari sghignazza, fregandosi storicamente le mani: impera il materialismo. Libertà, lealtà, solidarietà, onestà, partecipazione, parità, rispetto, tutela dei diritti e dell’ambiente, ecc. tutti questi ideali, messi insieme, oggi non valgono qualche migliaio di euro/dollari, magari all’estero e di qualunque provenienza. Questo in tutto il mondo e in Italia. Nel bel paese il modello comportamentale della maggioranza dei cittadini è Berlusconi. La vicenda della intitolazione dell’ex aeroporto di Malpensa significa proprio questo.

Non c’è stato bisogno, ma se si fosse tenuto un referendum per il gradimento del nome all’aeroporto milanese, avremmo riscontrato percentuali “bulgare”. Sia chi trova vantaggio economico nella presente fase storica, che i tantissimi nuovi poveri, tutti si sentono “vicini” allo stravagante ex presidente del consiglio. Ciò perché è rimasta solo una piccola percentuale di italiani che vorrebbe ancora credere nei valori, detti un tempo, “borghesi”. La piccola borghesia sta scomparendo, anagraficamente e concettualmente, schiacciata tra la classe imprenditoriale (i prendintori) ed il sottoproletariato, quello che un tempo era il “popolo”, una umanità del tutto disillusa e straniata.

In Italia la scomparsa della “questione morale” è stata anche agevolata da un bombardamento televisivo di oltre quarant’anni per cui, per sintetizzare, le ragazze oggi vanno agli appuntamenti senza soldi nella borsetta, perché “è il maschio che deve pagare”. Il risultato politico è stato maggiore addirittura del “Programma di rinascita democratica” ideato da Licio Gelli e giunto, per vie traverse, al suo scopo. Volendo ancora sintetizzare, oggi possiamo affermare che “Malpensa decolla l’Italia”. Dove il riferimento non è l’aereo ma è al santo Giovanni Battista, il decollato.


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