Le elezioni venezuelane interdette ai giornalisti, uno sguardo indipendente

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Una giornata di transito a Bogotà dove mi son lasciata cullare dai suoi 15 gradi. E ora sono di nuovo in aeroporto. Ho cercato di trovare una fixer, di prendere appuntamento per i prossimi giorni, di colmare quegli spazi che poi mi permetteranno di raccontare le elezioni venezuelane. La prima cosa che mi colpisce è la cortesia dei colleghi colombiani e venezuelani, è vero anche negli altri posti, ma c’è forse una forma di ospitalità maggiore, non saprei, una sensazione. Mi colpiscono anche i social, spaccati in due, da una parte chi è inorridito dal fatto che i giornalisti siano interdetti dal divieto di entrata dei giornalisti internazionali, dall’altra quelli che senza manco conoscerti, dicono che i giornalisti sono mercenari e che non devono entrare.

Di solito la gente è troppo presa dai proprio problemi dal non volere i giornalisti, a meno che non parlino per quel potere che non ci vuole senza capire che negare la loro voce, non ha senso. Ho sempre intervistato tutti anche quando non condividevo il messaggio. Penso ai talebani, a generali americani. Mi fa strano che ci sia gente che per partito preso odi con vemenza i giornalisti, come se gli internazionali potessero fare una qualsiasi differenza, raccontiamo a chi sta nei nostri paesi per comprendere meglio questo mondo.

Per me resta un mistero.
(Da Radio Bullets)

Leggi anche https://www.articolo21.org/2024/07/elezioni-a-luci-spente-il-venezuela-non-vuole-i-giornalisti/

(Nella foto il servizio di Sky su Nicolas Maduro)


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