L’assurdo processo ai difensori dei diritti umani in Bielorussia

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Il 25 giugno 2024, il tribunale regionale di Brest in Bielorussia ha avviato il processo in contumacia contro: la difensore dei diritti umani e responsabile dell’organizzazione per i diritti umani “La nostra casa” Olga Karach; la seconda persona della Rivoluzione bielorussa del 2020 Veranika Tsepkala;  il presidente in carica del partito socialdemocratico “Narodnaya Hramada” Yauhen Vilski e altri.
Tutti, compresa Olga Karach, rischiano fino a 12 anni di carcere e sono accusati, in base a cinque articoli del Codice penale bielorusso, di tentare di impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali.
Di seguito riportiamo al lettera consegnata dagli imputati del processo:
“Tutti noi siamo accusati ai sensi di cinque articoli del Codice penale della Bielorussia, tra cui “cospirazione per impadronirsi del potere statale” e “screditare la Bielorussia”. Per questo affrontiamo pene detentive fino a dodici anni di carcere. Il processo si svolgerà in un clima di terrore di stato e violenza contro la società civile. In Bielorussia, dopo il 2020, l’ordine degli avvocati indipendente è stato liquidato. Anche gli avvocati statali sono stati radiati e imprigionati per le loro attività professionali e per la protezione degli oppositori politici di Aliaksandr Lukashenka. Oggi vediamo condanne in contumacia; giornalisti e avvocati ricevono condanne enormi per aver esercitato la loro professione. Ci sono ripetuti processi a prigionieri politici che hanno già scontato la loro pena, proseguono i procedimenti su “materiali estremisti”. Vengono aperti casi penali anche contro le persone decedute. Noi, partecipanti a questo “processo” penale, non riconosciamo nessuno dei fatti delle accuse mosse contro di noi, le consideriamo motivate politicamente e irrilevanti per la giustizia. Consideriamo questo processo un altro tentativo di fermare lo sviluppo della società civile nella lotta per la democrazia e i diritti umani, come garantito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dall’Atto internazionale sui diritti civili e politici e da altri documenti legali internazionali ratificati dalla Repubblica di Bielorussia. Non ci tireremo indietro nella nostra lotta per i diritti umani, la democrazia e per il diritto del popolo bielorusso a partecipare a elezioni libere e giuste, come richiesto dalla Costituzione e dalle leggi della Repubblica di Bielorussia”.

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