Torino antifascista, medaglia d’oro, dice no alla violenza, ai pestaggi, alla negazione della libertà di informare e di essere informati. Lo dice ad alta voce, senza urlare, ma con toni fermi e corali: dopo l’aggressione di Andrea Joly, giornalista de La Stampa, mentre filmava i militanti di Casa Pound riuniti per il 16° ‘compleanno’ del circolo Asso di Bastoni, buttato a terra, picchiato e preso a calci, in tanti, anche Regione, Comune e molti politici, sono scesi in piazza Castello, sotto la Prefettura, al presidio organizzato da Ordine regionale dei Giornalisti, Associazione Stampa Subalpina e dalle molte associazioni che fanno parte della ‘Via Maestra’, fra cui Cgil, Cisl e Uil, Anpi, Articolo 21, che solo un mese fa avevano promosso una iniziativa sulla libertà di stampa, “e mai avremmo pensato di ritrovarci qui, dopo pochi giorni, per repingere l’assalto alla democrazia. Ma lo facciamo con forza, perché questi sono i nostri valori fondanti”, come sottolinea Elena Ferro, segretaria della Cgil di Torino, a nome di tutta ‘Via Maestra’. “L’informazione è come l’aria che respiriamo – così Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte – Se è buona, stiamo tutti bene, se è inquinata dall’azione di chi la ostacola, la limita e la nega, è la società tutta a soffrire”. E Silvia Garbarino, segretaria della Subalpina, ricorda che “il collega Joly (che era in piazza e ha ringraziato per la grande solidarietà e vicinanza, ndr) ha al suo fianco una testata e il sindacato, che c’è per tutti, per difendere i diritti di tutti i giornalisti e le giornaliste. In questo caso è in gioco la libertà di espressione di cittadini e cittadine contro chi non la accetta e usa solo la lingua della violenza”.
“Noi siamo convinti difesori della Costituzione, che ispira la nostra azione, e chiediamo che tutti la rispettino e la applichino”.
Garbarino, Tallia e Ferro sono stati ricevuti dal prefetto di Torino, Donato Giovanni Cafagna. “Il prefetto ha sottolineato la concordia istituzionale su questo caso, una voce unanime di condanna di Governo, Parlamento, Regione e Comune e la tempestività dell’azione delle Forze dell’Ordine, che hanno identificato gli autori. Soprattutto – hanno spiegato alle persone in piazza – ha definito l’aggressione al collega Joly inqualificabile e ingiustificabile e ha ribadito come la sicurezza dell’informazione sia da tutelare, sempre, perché indispensabile per l’attività quotidiana di giornaliste e giornalisti”.
Stona, in questa mobilitazione convinta, l’intervento del presidente del Senato Ignazio La Russa. “Non sto giustificando niente – queste le sue parole alla Cerimonia del Ventaglio – ma ci vuole un modo più attento di fare incursioni giornalistiche”. Quella di Andrea Joly non è stata una incursione: ha informato su un fatto accaduto su suolo pubblico e le immagini, girate da un abitante della zona, che testimoniano l’aggressione, confermano la coscienza civile e antifascista che è di Torino, di tutto il Piemonte, dell’Italia intera.
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