La riabilitazione dell’amico despota

0 0

La decisione del governo italiano -condivisa da un tremebondo manipolo di Paesi dell’est europeo- di riaprire l’ambasciata a Damasco ha un significato evidente. Dire al despota responsabile di crimini contro l’umanità : “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato..” Dunque i soldi italiani sono pronti ad alleviare le sofferenze di Damasco se lui, il criminale supremo, si riprende da Libano, Giordania e Turchia quei milioni di sventurati che ha deportato anni fa. I boia col tempo diventano ragionevoli, pensa Roma. Peccato che la stessa inammissibile ricetta sia stata offerta al criminale dai suoi cari fratelli arabi, ricevendo in cambio tonnellate di captagon, la droga con cui Assad sta distruggendo le giovani generazioni del Golfo. Certo, quello europeo è un boccone enorme, sarebbe la svolta per il criminale supremo. Ma lui i profughi non li riprenderà indietro perché loro non sono pazzi e non torneranno in bocca al lupo feroce e quindi, essendo un criminale di guerra, sa che si ritroverebbe nelle medesime condizioni di anni fa, assediato da un popolo che lo detesta e contesta. La feroce azione di Hezbollah contro i drusi in rivolta contro Assad dovrebbe aprire gli anche alla piccola Italia. Non è saggio confidare nelle illusioni, i boia tali sono e tali restano. I buoni uffici di Casa Pound, amica fedele del despota, potranno poco.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21