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La lezione di democrazia della Francia all’Europa

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(Parigi). “Siamo tutti antifascisti!”. Nel centro della Place de la République, gremita di studenti, cittadini, parigini sollevati e inebriati dallo scampato pericolo, il grido si leva forte e squillante e arriva fino ai tetti ardesia della Ville Lumière. La città trasuda stupore mista a gioia incontenibile, la gente canta “Bella Ciao” ai balconi, i musicisti con le fanfare seguono un corteo improvvisato nei quartieri popolari del XIX arrondissement, si sentono grida di gioia e lazzi dai palazzi e dai cortili con macchine e motociclette che sfrecciano a grande velocità con la bandiere francese che sventola, Place de la République è gremita come ai tempi più belli delle lotte operaie. C’è aria di festa come se la Francia avesse vinto il campionato europeo o la Coppa del mondo. Ma è una vittoria ben più sonante. Ancora una volta, nel momento più buio per l’Europa, il popolo francese, memore dei suoi trascorsi storici, dà una lezione di democrazia a tutta Europa. Quando oramai il parlamento nacque il concetto di sinistra e destra sembrava dover sprofondare nelle ombre di un governo neofascista targato Rassemblement National, quando le speranze erano al lumicino, ecco che sorge l’antico daimon che già ribalto’ l’ancien régime e concepi’ la “dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino”. Davanti al baratro che si parava davanti ai loro piedi, i cittadini francesi sono andati in massa a votare ribaltando, all’ultima perigliosa curva, il pericolo dell’estrema destra.  Appena pubblicati i risultati, Jean-Luc Mélenchon, leader de la France Insoumise, ha salutato la forza e resilienza di questo paese democratico che ha ricacciato l’estrema destra. Ha detto chiaramente al presidente Macron che adesso deve dare l’incarico al Nouveau Front Populaire di dirigere il paese. Con un ribaltamento storico inedito in Europa, il popolo francese scaccia il pericolo dell’estrema destra andando in massa a votare e mettendo come primo partito del parlamento la coalizione delle sinistre unite Nouveau Front Populaire. Una giornata che passerà alla storia. Quattro settimane dopo lo scioglimento annunciato da Emmanuel Macron, i vari partiti del Nuovo Fronte Popolare hanno inviato ben 180 deputati al nuovo emiciclo, secondo i risultati finali pubblicati dal Ministero dell’Interno. Un risultato insperato, che sa di miracolo. La coalizione elettorale di sinistra è riuscita nella doppia sfida che si era posta all’indomani delle elezioni europee, che si sono svolte in ordine sparso. Da un lato, impedire al Rassemblement National e ai suoi alleati di ottenere la maggioranza relativa (o addirittura assoluta) e di poter formare un governo; dall’altro, fare meglio dei 150 deputati eletti sotto la bandiera di Nupes nel giugno 2022, dopo le elezioni presidenziali.  Nel cuore dell’Europa il paese faro dei diritti umani ha dato il benservito all’estrema destra creando un Fronte Popolare – il nome non è casuale ma memore di un’esperienza politica socialista e antifascista negli anni ’30 in Francia – contro l’accesso al potere dell’estrema destra ed ha portato a votare quasi il 70% degli aventi diritto. Una grandissima lezione di democrazia a tutta Europa. Qui si è fatta la Rivoluzione in altre epoche ma dopo secoli il popolo francese continua a dare lezioni di politica a smemorati e dormienti.

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