La lezione di Biden ai trumpiani italiani ed europei

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Da cittadino democratico italiano ed europeo continuo a pormi una domanda in questi frenetici giorni di cambiamenti – senza precedenti – nelle vicende politiche degli Stati Uniti. Lo faccio da questa sponda dell’Atlantico, mentre mi fido completamente di chi l’altra sponda la conosce profondamente e quindi sa bene interpretarla come fa Antonio Di Bella.

Comincio dalla lezione di rispetto non solo per i suoi elettori, ma per tutti gli americani data da Joe Biden. Rispetto per gli elettori e per la democrazia americana. Non si è arroccato con protervia nel suo potentissimo incarico, ha ascoltato le critiche e i consigli, si è fatto da parte per dare una chance alla sua parte politica in vista delle elezioni presidenziali del prossimo novembre.

Cos’è avvenuto invece dalla parte opposta? Né le sentenze, né l’ignobile figura di disprezzo per le istituzioni democratiche del suo stesso Paese fatta in occasione dell’assalto a Capitol Hill, hanno fatto recedere Trump. Anzi, forse addirittura lo hanno rafforzato, secondo la lucida analisi proposta da Antonio Di Bella. Ma se tutto questo ha un fondamento profondo nella realtà socioeconomica degli Stati Uniti, in che modo quello stesso disprezzo per la vita democratica, per i tribunali, per gli elettori democratici di quel Paese possono trovare un sostegno in Italia e in Europa?

Salvini, Orban e chissà quanti altri prendono Trump a modello di un potere personificato nel capo che, in una sorta di investitura divina, può permettersi di considerarsi al di sopra delle leggi che devono obbligatoriamente fare riferimento alle Costituzioni democratiche nate dopo la seconda guerra mondiale. In Usa esistenti da ben prima. Un antistorico, spaventoso arretramento rispetto alle conquiste costate il sangue delle guerre di liberazione dal nazifascismo combattute in Italia e in tutti gli altri Paesi che dovettero sottostare a dittature.

In modo diverso, opposto, rispetto al tradizionale duello Repubblicani-Democratici, questa volta bisogna guardare alle elezioni americane sapendo che incombe una minaccia che si chiama Trump, per quel che dice e quel che ha fatto. Il suo partito lo utilizzerà come arma potente per cercare di tornare al potere; ma i democratici europei, di sinistra, di centro o liberali possono davvero sostenere l’idea che quel modello, quell’idea di gestione del potere possa essere esportato?


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