Ogni anno a Salerno si assiste a un ignobile spettacolo: una manifestazione che, sotto il pretesto della commemorazione di Carlo Falvella, militante del MSI assassinato nel 1972, diventa una glorificazione aperta del fascismo. Il 7 luglio, gruppi di estrema destra marciano in modo quasi militare, esibendo saluti fascisti e slogan che evocano un passato buio e violento. È un evento che avviene in pieno giorno, come se volessero mettere in mostra con orgoglio ideali che avrebbero dovuto essere relegati alla storia.
Le immagini di questa sfilata sono inquietanti e non lasciano spazio a dubbi: si tratta di un’apologia palese del fascismo. È ancora più sconcertante il fatto che tutto ciò avvenga con una certa tolleranza da parte delle istituzioni, che sembrano tollerare un simile abuso della memoria storica.
Non si tratta solo di un evento isolato. È parte di un trend preoccupante in cui commemorazioni e manifestazioni simili cercano di rendere accettabile ciò che non dovrebbe esserlo. Le commemorazioni dei partiti come Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale che precedono la sfilata tentano di presentarsi come versioni più moderate, ma non riescono a nascondere la retorica e la propaganda che rimandano a un passato che dovremmo aver superato.
Il 2024 in Italia, con questi eventi che riportano alla luce un passato oscuro, ci mette sotto gli occhi una dolorosa verità: non abbiamo ancora completamente elaborato la nostra storia e ciò che rappresenta. È un segnale che non passa inosservato agli occhi del mondo intero, che guarda con preoccupazione mentre il fascismo si fa spazio anche nei giorni nostri.