Il rapporto europeo sulla libertà di stampa in Italia e la “distrazione di massa”

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Ricordate i due vecchietti del Muppets Show, quelli che criticavano salacemente ogni battuta, interrompevano lo spettacolo, non erano mai contenti?

Ho pensato a loro quando ho letto gli articoli dei giornali governativi sull’ultimo rapporto di Media Freedom Rapid Response. Bullizzano il dossier che fotografa la situazione difficile dell’informazione italiana spiegando che è di parte, visto che hanno contribuito ad elaborarlo con le loro risposte, “firme note per l’ostilità contro l’esecutivo di Giorgia Meloni”.

Premesso che non è ancora stato introdotto il reato di ostilità al governo Meloni, ma quale sarebbe il problema? Primo: chiunque abbia un briciolo di conoscenza su come si scrivono questi report sa che vengono preparati studiando le carte per mesi, appoggiandosi a dati, non a “sensazioni”. Secondo: gli estensori degli articoli dovrebbero ricordarsi che in una conferenza stampa presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti (a proposito: vi sentite ancora rappresentati dall’Ordine?) Renate Schroeder, direttora della Federazione Europea dei Giornalisti si era lamentata perché il Media Freedom Rapid Response aveva chiesto incontri con rappresentanti del Governo ma non aveva ricevuto risposta. Terzo: sarà perché alcuni dei/delle colleghi/colleghe indicati pubblicamente come “nemici” (a proposito: ma non vi sembra un metodo intimidatorio?) li conosco, ma questa fanfaronata che parlerebbero male del Governo Meloni per antipatia ideologica è davvero offensiva.

Quarto, e forse più importante punto: come hanno detto prima e meglio di me i vertici della Fnsi, questa operazione sembra una campagna di distrazione di massa. In un momento di crisi – anche economica – dell’editoria si prova a dividere i giornalisti tra buoni e cattivi per far dimenticare, appunto, che il mondo dell’informazione è in enorme sofferenza. Chi beneficia di un’ulteriore divisione tra giornalisti?
(Nella foto Renate Schroeder durante la missione a Roma)


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