I giornalisti debbono poter entrare a Gaza

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Una guerra che da nove mesi viene raccontata solo sulla base di informazioni elargite da una parte, un conflitto in cui ai giornalisti è vietato recarsi sui luoghi degli avvenimenti se non in casi rarissimi e sotto lo strettissimo controllo delle autorità israeliane che esercitano censure sul prodotto finale invocando motivi di sicurezza militare. Mai guerra così eclatante (per la portata politica e religiosa di dimensioni globali) è stata così poco narrata dove la verità è la prima vittima.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha promosso un appello tra i direttori e gli organismi sindacali delle testate italiane rivolto “alle autorità israeliane affinché pongano fine alle restrizioni all’accesso dei media stranieri a Gaza e perché ai reporter di tutto il mondo sia garantito un accesso indipendente ai luoghi teatro di guerra per poter raccontare il conflitto in atto”.
L’iniziativa della Fnsi fa seguito alla lettera rivolta dagli organismi internazionali dei media al premier israeliano Benjamin Netanyahu in cui è ricordato il sacrificio di 100 giornalisti ed operatori dei media caduti nell’adempimento del loro dovere di informare l’opinione pubblica. L’impossibilità per i giornalisti di essere presenti sul territorio è una gravissima ferita non solo per l’informazione ma per le democrazie mondiali a cui viene negato con l’accesso all’informazione anche il diritto a sapere che cosa stia effettivamente accadendo in una delle terre più martoriate. L’accesso a Gaza sarebbe il primo passo anche per la democrazia israeliana sulla via della distensione per arrivare ad una rapida conclusione di un intervento militare che ha causato migliaia di vittime tra i civili.


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