“Finiranno cazzate e finti giornalisti”, così un politico arrestato festeggia il ddl Nordio

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Mentre il Ministro della Giustizia Carlo Nordio si affanna a difendere il suo Ddl sull’abolizione dell’abuso d’ufficio con relativi effetti sull’informazione, è dalla messa a terra della legge che arrivano i segnali contrari. In queste ore fanno rumore, più della preoccupazione espressa dall’Associazione nazionale magistrati e dalle organizzazioni dei giornalisti, le reazioni delle migliaia di amministratori piccoli e medi, che stanno festeggiando. In silenzio la gran parte. Ma qualcuno è esploso al punto da pubblicarlo sui social. Per esempio Vincenzo Capolei,  nome sconosciuto al grande pubblico nazionale ma assai noto dalle parti del litorale a sud di Roma. Sì, quello in cui due grossi Comuni, Anzio e Nettuno, sono statti sciolti per  condizionamento della ‘ndrangheta. Ha detto nelle ultime ore il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia che “l’abrogazione di una norma incriminatrice crea inevitabilmente un vuoto e determina una situazione di impunità… “.  E la prova plastica di tale affermazione la si trova in questo post di Capolei, apparso nelle stesse ore: “Col nuovo decreto fdi, in autunno prossimo decreto targato fi, finiranno cazzate e finti giornalisti. Basta giocare sulla pelle delle persone! Stavolta sul penale c’è va chi scrive cazzate!!! BERLUSCONI LO ha impostato, Meloni lo ha approvato!!!”. Al netto degli errori grammaticali il post svela entità e identità del ddl, rivolto più ai giornalisti che al miglioramento della giustizia, a punire chi osa pubblicare notizie, che infatti è vietato dalle norme appena introdotte. Lo spirito del Ddl Nordio è spiegato in modo ultrapopolare da un politico che appena sei mesi fa è finito nel mirino della Guardia di Finanza per truffa nei confronti della società pubblica delle acque, cui aveva addebitato lavori in realtà mai svolti. Queste le contestazioni. I fatti: a dicembre 2023 Fabio Capolei, consigliere regionale del Lazio di Forza Italia, e Vincenzo Capolei ach’egli esponente azzurro nella città di Anzio, hanno avuto perquisizioni della Finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Velletri, indagine allargata ad alcuni dipendenti di Acqualatina e i due Capolei sono entrambi nell’organico della società idrica. Vincenzo all’epoca fu arrestato. A maggio scorso il procedimento è stato dichiarato estinto perché l’imputato ha ottemperato alle condotte riparatorie.  In passato era salito agli onori della cronaca anche per aver difeso la cittadinanza onoraria di Benito Mussolini ad Anzio, ma questo è un “dettaglio”. Sul perché un indagato festeggi il ddl Nordio, non essendo quest’ultimo destinato a “salvare” una classe politica perlomeno discutibile è il giallo dell’estate 2024.


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