C’è un giudice a Berlino? (a proposito di ricorsi verso le nomine Rai)

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Notizia: “Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di anticipare l’udienza del TAR fissata per il 23 ottobre e destinata ad esaminare il merito della questione relativa al procedimento di nomina dei consiglieri Rai da parte del Parlamento. In particolare il CdS ha ritenuto che non vi siano ragioni per anticipare il giudizio e che non vi sia “interesse a ricorrere prima delle nomine”: infatti gli stessi ricorrenti potrebbero teoricamente essere nominati. Quindi tutto è rinviato all’udienza del TAR del 23 ottobre. Ove le nomine fossero fatte prima di quella data c’è il rischio che siano minate da un’illegittimità dei presupposti. Resta naturalmente aperta la questione della conformità a Costituzione e alla normativa UE della procedura di nomina del CdA Rai prevista dalla legge italiana.++ Firmato dal Coordinatore Zaccaria e dai tre ricorrenti (Rizzo Nervo, Rossano, Rolando)

Commento. La decisione del Consiglio di Stato avrebbe potuto anche essere diversa e prendere atto che le Camere non hanno messo in atto alcuna “procedura di selezione” tra le oltre 50 candidature, come la legge prescrive (art.63 TUSMA). Il Consiglio di Stato avrebbe potuto anche rinviare gli atti alla Corte costituzionale per verificare la conformità del sistema di nomine italiano rispetto ai principi indicati da oltre cinquanta anni fa (sent.225 del 1974). Il supremo giudice avrebbe anche potuto rinviare alla Corte di giustizia per valutare la compatibilità tra quanto prescrive la legge italiana e il nuovo Freedom Act della UE.
La decisione odierna che nega un attuale interesse a ricorrere da parte di chi lamenta l’illegittimità del Bando sarà messa alla prova nell’udienza del TAR del 23 ottobre. Se per caso in quella data le nomine da parte di Camera e Senato dovessero essere state fatte, con la possibile esclusione di alcuno dei tre ricorrenti, sarà interessante valutare l’atteggiamento del giudice amministrativo. Sarebbe infatti molto delicata una decisione che sulla base di una consolidata giurisprudenza dovesse dire che l’atto delle Camere non potrebbe essere impugnato in quanto “atto politico”
In altre parole: oggi sarebbe troppo presto e domani potrebbe essere troppo tardi.
Allora dovremmo tristemente concludere che “non c’è un giudice a Berlino”, come paventava Bertolt Brecht.
Il fatto preoccupante è che l’art.24 della nostra Costituzione dice testualmente “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”
Non vorremmo che si dicesse che questo diritto di azione l’hanno tutti, tranne che coloro che rispondono ad un bando per partecipare al Consiglio di amministrazione della Rai.


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