Per il mondo dell’Attivismo (perdonerete la maiuscola, ma è per ringraziare) pensare ad un Assange che festeggia oggi per la prima volta nella sua vita con sua moglie e i suoi due figli il proprio compleanno, all’interno di mura “amiche” e con più di due metri di distanza tra le pareti opposte, è difficilmente descrivibile. Eravamo ormai pronti per l’ennesima manifestazione, l’ennesimo grido di angoscia, l’ennesimo avviso alle democrazie occidentali.
E invece oggi, cambia l'”oggetto” del nostro tornare in strada: oggi dobbiamo ricordarci di come si manifesta la gioia, di come ci si possa riaprire alla speranza, di come il mondo può sembrare nuovamente un luogo in cui costruire qualcosa di buono e non solo un luogo in cui manifestare il proprio disagio. “Pensavano di seppellirci, non sapevano che eravamo dei semi”, verrebbe da chiosare.
Il caso Assange, passato per anni tra silenzi e omissioni di soccorso, tutti colpevolmente voluti, si apre ora ad una nuova fase: abbiamo liberato un prigioniero innocente, ora resta da liberare la parte innocente di mondo, quella che crede nella Democrazia e nella libera informazione come suo pilastro determinante. A Torino, Genova, Milano, Roma, Napoli, Bari e Catania, cioè in tutta Italia, si festeggia oggi il compleanno di Julian Assange.
Finalmente nel suo regalo non serviranno lime per uscire di cella, ma colombe libere di volare. Oggi si chiude una fase e se ne riapre un’altra. La nuova fase è quella di camminare insieme ad un Julian Assange libero come noi e di andare a liberare tutte le democrazie occidentali rinchiuse nelle celle di 3×2 metri della censura e dell’arroganza dei poteri, politici, militari, finanziari, economici. Siamo forse stati fortunati noi attivisti per Assange. Ma sicuramente siamo stati bravi.
Dunque “Buona Festa Italia”. Ne hai bisogno.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21