14 luglio: riesplode la festa dei democratici francesi

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“Una città che sa rialzarsi dalle sue tragedie più bella di prima” scriveva nove anni fa Antonio Di Bella concludendo il suo atto d’amore per la capitale francese dal titolo ‘Je suis Paris’. Un amore dichiarato poche settimane dopo il terribile eccidio commesso contro redattori e disegnatori del giornale satirico ‘Charlie Hebdo’, vittime 12 persone. E solo nove mesi prima del massacro al ‘Bataclan’. Altre tragedie seguirono, come lo spaventoso incendio della cattedrale di Notre Dame, o la città bloccata per giornate intere dalle proteste dei ‘Gilets Jaunes’ o per fermare l’invisa riforma delle pensioni.
Se è sempre rinata dalle sue tragedie più bella e più amata di prima, cosa avverrà oggi, ‘Festa della Repubblica’ nel 235esimo anniversario della ‘Presa della Bastiglia’? Ma soprattutto una settimana dopo il violentissimo schiaffo rifilato a Le Pen e Bardella che si mostravano trionfanti dopo le europee; vittoria antifascista conquistata in nome dei valori sacri e storici, come Liberté-Egalité-Fraternité, programmaticamente rinnegati dalla destra.
E quell’antifascismo urlato a squarciagola in italiano così come i cori di ‘Bella Ciao’ hanno restituito per intero a Parigi e al suo Paese il ruolo che simbolicamente rappresentano fin dalla Rivoluzione del 1789.
Luoghi simbolici di cui la capitale è piena, come Antonio Di Bella ci racconta nel suo prezioso volume. I tanti e diversi periodi storici attraverso i quali Parigi è passata e che ci aiutano a capire perché è diventata sempre più punto di riferimento di pittori, musicisti, poeti, artisti, letterati, etnie, movimenti democratici. E anche di lotta al nazismo. Come quando in ‘Je suis Paris’ ci informa che al n.72 di Avenue Foch sorge ancora “un palazzo d’epoca maestoso. Qui, durante l’occupazione tedesca di Parigi, tra il 1940 e il 1944, aveva sede il comando della Gestapo”. Occupazione che ebbe, come massima rappresentazione, la terribile fotografia di Hitler con alle spalle la Tour Eiffel, come se ne fosse diventato il padrone.
Oggi Parigi e la Francia, con la loro Festa Nazionale, una sola settimana dopo il voto liberatorio delle elezioni politiche, danno speranza e coraggio a tutti i democratici d’Europa, a partire dal modo in cui è necessario organizzarsi per fermare l’ondata di destra che sembrava inarrestabile. A cominciare da noi.


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