In una democrazia, la neutralità e l’imparzialità dei media pubblici sono essenziali. Per questo le parole di Roberto Sergio contro Serena Bortone sono inaccettabili. L’amministratore Rai ha il dovere di garantire che l’azienda rimanga un baluardo in difesa dell’informazione libera e pluralista. Tuttavia, i recenti attacchi contro i giornalisti e le opposizioni dimostrano un preoccupante disprezzo per questi principi, un atteggiamento sfacciatamente autoritario e vendicativo, quasi eversivo. Affermare che Serena Bortone “doveva essere licenziata” e non è accaduto perché la Rai è in mano alle opposizioni (TeleOpposizioni ) ci dice molto di cosa sarebbe potuto succedere in assenza di democrazia. Avrebbe agito da despota? Punendo e licenziando chiunque osasse contraddirlo? Questo atteggiamento non solo mina l’integrità del servizio pubblico, ma minaccia la stessa essenza della democrazia.
Il ruolo della Rai non è quello di servire gli interessi di un partito politico, ma di fornire un servizio a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche. La sua ostilità verso le opposizioni politiche e i giornalisti hanno trasformato la Rai in uno strumento di propaganda, tradendo la fiducia dei cittadini e compromettendo la libertà di espressione
È quindi importante esprimere massima solidarietà a Serena Bortone, una giornalista che ha dimostrato coraggio e che non si è lasciata intimidire quando le pressioni per censurare Scurati si sono trasformate in ritorsioni. Dunque è un dovere collettivo oggi opporci a qualsiasi tentativo di limitare il pluralismo e l’indipendenza dei media, altrimenti rischiamo di perdere la nostra democrazia. La libertà di informazione è un pilastro fondamentale della democrazia, e dobbiamo difenderla con vigore.
(Nella foto Roberto Sergio)