80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Putin chiede tutta la posta per fare la pace

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 È chiaramente una provocazione, ma è più importante la disponibilità alla trattativa, delle sue condizioni. Che nei colloqui possono mutare notevolmente rispetto a quelle iniziali. Un Occidente intelligente dovrebbe rispondere ‘’parliamone’’, per poi lavorare ai fianchi lo Zar. Che indossa una maschera impenetrabile, ma è altrettanto stanco del conflitto e si accontenterebbe di molto meno di quanto chiesto, purché gli si offra di salvare la faccia.

Ovvero qualche prerogativa su territori russofoni, che possa trasformare in tonnellate di onore. Concessioni accettabili, se fondate su tutele future per l’Ucraina e un piano pluriennale di ricostruzione, che salvi anche la faccia di Zelensky. Insomma i margini per una pace ci sono, ma il lavoro per realizzarla è enorme. Dovrebbe farlo la diplomazia europea, perché più interessata alla fine del conflitto, ma in giro si vedono solo proposte per fornire ancora armi. Che è come continuare a grattarsi a sangue un prurito, quando l’unica soluzione sarebbe trattenersi e spalmarsi una crema per un lungo periodo. Per guarire.

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