“L’importante è che altri seguano il suo esempio”. Intervista con Stefania Maurizi

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“Sono pronta a seguire il suo esempio, a pubblicare il prossimo ‘Collateral murder’, a continuare la sua lotta ora che Julian avrà tanto bisogno di riprendersi la propria vita e di stare con la propria famiglia”. Siamo grati a Stefania Maurizi per il suo coraggio, per la sua passione civile e per il suo impegno al fianco di Julian Assange e della moglie Stella in questi anni di martirio. Le siamo grati per non essersi mai arresa, per aver continuato a pubblicare ciò che altri hanno censurato, per aver tenuto alta l’attenzione su una vicenda inaccettabile, per essere stata una giornalista-giornalista e per aver sacrificato una parte significativa della propria carriera in nome della verità, della giustizia e dell’articolo 21 della Costituzione. Ora che Julian è stato finalmente liberato, pochi cronisti e croniste possono dire davvero di aver vinto questa battaglia. Lei è la prima, anche se non ne fa vanto. In quest’intervista, ci racconta i suoi quindici anni al fianco di Julian e di WikiLeaks: dalla pubblicazione dei cablo al calvario che il giornalista australiano ha dovuto affrontare, dalla disperazione alla speranza, dal terrore alla rinascita, in nome di una professione che si può svolgere veramente solo se si è liberi dentro.

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