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L’ex direttore Lirio Abbate non tutelato dall’Espresso in una causa per diffamazione. Odore di “punizione”

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Il nuovo editore dell’Espresso ha deciso di non garantire all’ex direttore Lirio Abbate copertura legale di fronte alla querela per diffamazione da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto, assistenza legale giustamente garantita invece all’estensore dell’articolo in questione.  Solidarietà a Lirio Abbate è stata espressa dalla Federazione nazionale della Stampa italiana per bocca della segretaria generale Alessandra Costante e del presidente Vittorio di Trapani.

“Non si era ancora visto un editore negare la manleva a un ex direttore. È una follia che cerca di imbrigliare ancora di più il diritto di cronaca e di punire i giornalisti non allineati”, rileva Costante. “Se tutti gli editori facessero come Ammaturo – prosegue la segretaria generale – non ci sarebbe più neppure un direttore a dormire sonni tranquilli. Un precedente pericoloso che viola totalmente il gentlemen agreement, e qualche volta anche previsioni contrattuali, tra direttore ed editore”.

Per Di Trapani, “se qualcuno aveva dubbi sui reali motivi del cambio imposto alla guida dell’Espresso, ora tutto inizia a diventare più chiaro. Il neo editore Donato Ammaturo ha negato assistenza legale e manleva a Lirio Abbate per una denuncia in sede civile per diffamazione da parte del ministro Guido Crosetto in riferimento a un articolo del 2022, quando il giornalista era direttore del settimanale. Evidentemente la svolta governativa dell’Espresso deve passare anche per un segnale chiaro di cosa rischia chi prova a disturbare il manovratore. C’è da chiedersi dove l’editore Ammaturo abbia studiato il giornalismo anglosassone al quale dice di ispirarsi, se poi usa questi metodi nei confronti del giornalismo di approfondimento e di ‘watchdog‘ del potere”.


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