La libertà di stampa assume sempre più centralità nel dibattito europeo, non solo per le evidenti violazioni accadute in questi anni nei paesi dell’est Europa, a partire dall’Ungheria di Orban, ma anche per le pressioni, legate al contesto di guerra, che gran parte degli Stati fanno agitando in maniera impropria il tema della sicurezza nazionale.
Questa discussione si è svolta anche in Europa nell’ambito dell’approvazione del media Freedom Act. Un tentativo maldestro di introduzione di spyware sventato dal parlamento europeo. In questo senso la recente approvazione del Media Freedom Act rappresenta una pietra miliare nella difesa della libertà di stampa e dell’indipendenza dei media all’interno dell’Unione Europea.
Questo atto legislativo, frutto di anni di lavoro politico, mira a garantire un panorama mediatico libero e pluralistico in tutti gli Stati membri, rispondendo alle crescenti minacce alla libertà dei media che si sono intensificate negli ultimi anni in diverse realtà. Il regolamento è entrato in vigore il 7 maggio scorso sebbene molte delle nuove disposizioni si applicheranno pienamente a partire dall’agosto 2025.
Il regolamento è stato concepito come una risposta alle preoccupazioni crescenti riguardanti l’indipendenza dei media in Europa. Stabilisce infatti un quadro normativo comune volto a proteggere i giornalisti dalle interferenze politiche e commerciali, promuovendo la trasparenza della proprietà dei media e sostenendo il giornalismo investigativo.
Tra le principali misure previste dal Media FreedomAct, troviamo:
• Tutela e protezione dell’indipendenza editoriale: viene sancito il divieto di interferenze governative o di entità private nelle decisioni editoriali dei media;
• Protezione dei giornalisti dalla sorveglianza e da altre misure coercitive: è stata respintaun’esenzione generale per motivi di sicurezza nazionale ottenendo delle disposizioni forti sulla proporzionalità di eventuali misure coercitiveche possono essere utilizzate;
• Trasparenza della proprietà dei media: i fornitori di servizi media dovranno garantire la massima trasparenza possibile per quanto riguarda la loro struttura proprietaria, le entrate derivanti dalla pubblicità statale e verranno creati dei database nazionali sulla proprietà dei media;
• Trasparenza della pubblicità statale: obbligo per i media di riferire sui fondi ricevuti dalla pubblicità statale e sul sostegno finanziario dello Stato, anche se ricevuto da paesi non non-UE.
Questo nuovo regolamento integra inoltre quelle norme dell’UE in materia di concorrenza, che non affrontano direttamente gli impatti che le concentrazioni di mercato hanno sul pluralismo osull’indipendenza dei media, e le norme sugli aiuti di Stato, che sono applicate caso per caso (spesso ex post) e non affrontano sufficientemente i problemi creati dall’iniqua allocazione di risorse statali ai fornitori di servizi mediatici.
L’approvazione del regolamento non è un evento isolato, bensì il culmine di un intenso e prolungato impegno da parte delle istituzioni europee per difendere la libertà di stampa. Negli ultimi anni, la Commissione ha affrontato numerosi casi di pressioni e minacce ai media, intervenendo attraverso raccomandazioni e ora con un atto legislativo concreto, il primo nel suo genere.
Sicuramente la situazione del panorama mediatico italiano è stato uno degli scenari più preoccupanti degli ultimi mesi, oggetto di intense discussioni e preoccupazioni anche a livello europeo. Il governo italiano continua ad essere duramente criticato per i tentativi di controllo e indirizzo delle politiche editoriali del servizio pubblico, mettendo a rischio la sua indipendenza. Le nomine ai vertici della RAI e diverse decisioni in ambito editoriale, hanno sollevato un’ondata di forti preoccupazioni.Numerosi parlamentari europei hanno espresso il loro sdegno, sottolineando come queste pratiche minino la fiducia dei cittadini nei confronti del servizio pubblico radiotelevisivo e compromettano la qualità dell’informazione. Numerose le interrogazioni presentate negli ultimi mesi, con le quali si è ripetutamente chiesto alla Commissione di intervenire e di garantire che l’Italia rispetti gli standard europei di indipendenza e pluralismo dei media.
L’approvazione del Media Freedom Act è stata accolta con entusiasmo dalle organizzazioni giornalistiche. Molte le realtà che hanno seguito con attenzione il negoziato e lodato il provvedimentofinale, sottolineando l’importanza di una protezione forte per i giornalisti in contesti sempre più ostili.Tuttavia, la vera sfida risiede nell’implementazione efficace di queste misure. Ogni Stato membro dovrà adottare e applicare rigorosamente le disposizioni del Media Freedom Act, garantendo che le buone intenzioni si traducano in pratiche concrete.
Questa legislazione non solo risponde alle crescenti minacce alla libertà dei media, ma riafferma l’impegno dell’Unione Europea verso la protezione dei diritti fondamentali e la promozione di una società democratica e trasparente. La situazione italiana evidenzia come la strada verso un panorama mediatico veramente indipendente e pluralistico sia ancora lunga e complessa. Tuttavia, con il Media Freedom Act, l’Europa ha dimostrato di essere pronta a fare un concreto passo in avanti nella difesa di uno dei pilastri più importanti della democrazia: la libertà di stampa.
*Massimiliano Smeriglio, europarlamentare e candidato Alleanza Verdi Sinistra Circoscrizione Centrale e Nord Occidentale