“Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a VOI, sì a VOI, che vi siete tutti mobilitati per anni e anni per rendere questo possibile. Grazie, grazie, grazie”.
Credo non ci sia soddisfazione più grande nella vita quando porti avanti una battaglia da molti dimenticata e, alla fine, si raggiunge il risultato. Le parole di Stella Assange, subito dopo la notizia della liberazione di Julian, sono estremamente significative del potere che può avere la mobilitazione di ciascuno di noi, ognuno con il proprio ruolo e la propria capacità. La società civile e l’opinione pubblica hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento dei diritti, solo che molto spesso ce ne scordiamo. Coltiviamo in modo costruttivo la nostra indignazione, la nostra lotta per la giustizia e potremmo avere tanti risultati come quello della liberazione di Julian Assange.
Perché, ricordiamolo, il caso Assange riguarda tutti noi. Rappresenta molto più della persona di Julian. Chiunque di noi si sia mobilitato per la sua liberazione, di fatto, si è mobilitato per il diritto di tutti noi di conoscere la verità. Julian è stato rinchiuso per anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, attaccato con accuse infamanti quanto infondate. La sua colpa è stata solo quella di averci raccontato la verità sui crimini di guerra in Afghanistan e in Iraq, sulle detenzioni illegali e le torture. Lui accusato, chi ha commesso questi crimini mai nemmeno indagato.
Cinque anni fa è stato poi trasferito in un carcere di massima sicurezza londinese dove è rimasto in “carcerazione preventiva” senza una condanna. Ora la svolta è arrivata su interessamento del Governo australiano, ma soprattutto sull’onda della mobilitazione di decine di migliaia di cittadini in tutto il mondo che hanno chiesto la sua liberazione. E il governo degli Stati Uniti, prossimo a elezioni, non ha potuto far finta di niente e procrastinare una situazione in palese violazione dei diritti umani. Si è trovata una soluzione per fare in modo che nessuno ci perdesse troppo la faccia, anche se sul punto credo che sarà importante aprire un dibattito e un’importante riflessione. Ma questo non adesso. Adesso dobbiamo solo essere felici della libertà ritrovata di Julian Assange. Ed essere orgogliosi dell’apporto che ognuno di noi, nel proprio ruolo, ha avuto per arrivare a questo risultato.
Un ultimo pensiero va a Stella, la moglie di Julian: una donna eccezionale con cui abbiamo organizzato diverse iniziative al Parlamento europeo e italiano. La sua forza è stata davvero ineguagliabile, considerando anche il fatto che ha dovuto gestire due bambini piccoli a cui spiegare perché il papà non era a casa o perché quando andavano a trovarlo dovevano essere perquisiti. Grazie a te Stella per la forza che hai avuto e che ci hai trasmesso.
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