Contro l’ondata nera che ha travolto le urne di Francia, Germania e Austria, dall’Italia e dalla Sardegna si levano alcuni segnali significativamente positivi sul piano politico.
Partiamo dall’Italia e dai risultati di due candidati particolarmente invisi alla destra: Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Osteggiata, denigrata, insultata per il suo coraggio di dichiararsi ripetutamente antifascista, Ilaria ha vissuto una prigionia da incubo nelle carceri ungheresi senza che le istituzioni italiane muovessero un dito, dicessero una parola per costringere o, almeno, sollecitare Orban al rispetto dei diritti umani. Accusata di un’aggressione, senza che venisse neppure identificata dai testimoni presenti, ai danni di un gruppo di neonazisti durante la cosiddetta ‘Festa dell’Orgoglio’ che l’11 febbraio si tiene a Budapest in memoria dei nazisti caduti durante la seconda guerra mondiale, venne arrestata e accusata addirittura di tentato omicidio. Sono ancora vivide nella memoria le immagini di Ilaria trascinata in catene, ai piedi, al collo e in manette in un’aula di tribunale, come se fosse il più pericoloso dei criminali. Eppure neppure contro quell’infamia ci fu alcun intervento del governo italiano, mentre ancora una volta alzò la voce solo il Presidente Mattarella.
Che fare, si chiese allora il padre di Ilaria, Roberto. Riunì i suoi compagni di classe del liceo Siotto di Cagliari, frequentato 50 anni fa, e un loro insegnante di greco e latino, il professor Piga. Tutti insieme decisero di scendere in campo in aiuto di Ilaria. Il 20 marzo ci fu una prima assemblea pubblica e partì una massiccia raccolta di firme. La forte adesione popolare e la gravità del caso spinsero Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli a proporre ad Ilaria la candidatura alle europee nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra in due circoscrizioni: il Nord-ovest e le Isole. Risultato? Ben 176 mila voti di preferenza, oltre 23 mila dei quali in Sardegna (molti di più, ad esempio, di Vannacci), e da subito la certezza dell’elezione. Esito particolarmente importante perché ottenuto non da un potente apparato di partito, ma da una forza politica definita ‘minore’ che però ha saputo proporre un nome credibile perché esempio di coerenza, coraggio, spessore umano. Non solo, ma per una volta una scelta non imposta dai vertici, ma sulla spinta di una forte volontà popolare.
Identico, grande consenso popolare per Mimmo Lucano, a cinque anni dalla sventurata vicenda giudiziaria, poi ridottasi a mera questione burocratica, che intendeva criminalizzarlo per il modo in cui nel paese da lui amministrato, Riace, aveva affrontato e risolto il problema dell’integrazione degli immigrati. Contro di lui si scagliò, immaginate un po’?, Salvini che oggi si mangerà il fegato perché Mimmo non solo ha conquistato un seggio a Strasburgo a furor di popolo nella circoscrizione calabrese e meridionale, ma è stato anche rieletto sindaco del suo paese dove ha scalzato proprio il rappresentante della Lega. Radicale antirazzismo, formidabile carica umanitaria: sono bastate queste qualità e la consapevolezza del seguito popolare di Mimmo a convincere, ancora una volta, AVS, a candidarlo. E il risultato ha dato ragione all’Alleanza.
La prima lezione che si dovrebbe ricavare dalle scelte fatte su Ilaria e Mimmo è che bisogna stare molto più attenti alle volontà popolari piuttosto che a strette logiche di equilibri interni ai partiti. E poi: altro che strumentalizzazione, accusa che invece andrebbe rivolta a quanti hanno puntato, fallendo miseramente, su nomi altisonanti del presenzialismo televisivo.
La seconda viene ancora una volta, in pochi mesi, dalla Sardegna. Il 25 febbraio il campo largo aggregatosi intorno ad Alessandra Todde portò alla sconfitta del centrodestra. Oggi quella stessa alleanza ha portato alla vittoria del centrosinistra, al primo turno!, in città importanti come Cagliari, Sassari e Alghero. Non solo, ma FDI, che aveva espresso cinque anni fa il sindaco Truzzu, è uscito radicalmente ridimensionato dalle urne cagliaritane.
Evidentemente lo slogan ‘Giorgia’ per fortuna non funziona sempre e dappertutto. Il rilancio della politica, dell’unità, dei progetti non ridotti a meri slogan ottengono le risposte attese. Questa è la strada che bisognerà continuare a seguire anche per perseguire un altro obiettivo: riportare ai seggi la gran massa di cittadini delusi, rassegnati, che non votano più.
Ritorno alle urne indispensabile per consolidare una democrazia che rischia di restare sotto attacco da parte di chi, contando anche sul sostegno delle forze di destra che si sono rafforzate in Europa, continua a manovrare per intaccare o smantellare i principi fondamentali di solidarietà, distribuzione dei poteri, garanzie parlamentari fissati dalla Costituzione nata dalla lotta al nazifascismo.