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Il volto feroce e le lacrime di coccodrillo del G7

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Giorgia Meloni si è vantata del vertice del G7 come un grande successo dell’Italia e del suo governo ed ha reagito stizzita alle polemiche sollevate dai suoi critici sull’assenza della parola “aborto”, laddove nelle conclusioni del precedente vertice di Hiroshima si parlava di «accesso all’aborto legale e sicuro e alle cure post-aborto». Secondo Meloni si è trattato di una polemica artefatta perché lei non ha nessuna intenzione di modificare la 194 (infatti ne sta solo boicottando l’attuazione). Una volta tanto siamo d’accordo con la Meloni, accendere una polemica sui passi indietro provocati dal governo Meloni su aborto e diritti LGBT, è il modo migliore per nascondere la sostanza delle decisioni assunte dal G7, per come espresse nel comunicato finale di 36 pagine.

Una finta opposizione (esclusi 5Stelle e AVS) finge di criticare il Governo italiano per nascondere l’accettazione incondizionata delle scelte di politica internazionale pianificate al G7 dalla Potenza egemone e dagli alleati subalterni. Queste scelte non riguardano lo stato dei diritti civili ma temi più essenziali come la pace e la guerra. Anzi il tema è la guerra, non la pace. Il lungo passaggio sulla situazione in Ucraina è una dichiarazione di guerra alla Russia. La Russia deve essere condannata, punita, umiliata e sconfitta. L’Ucraina deve essere incoraggiata a combattere, senza limitazioni di tempo, di mezzi e di morti. Con la Russia i 7 Grandi mostrano i denti e fanno la faccia feroce. La Russia deve essere costretta a riparare tutti i danni causati dalla guerra, deve essere colpita da sanzioni sempre più stringenti, estese ai Paesi che commerciano con Putin, ivi compresa la Cina. I profitti generati dagli asset russi sequestrati in Occidente saranno utilizzati per finanziare prestiti fino a 50 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina. Insomma da Borgo Egnazia sono state lanciate parole di ostilità (che più chiare di così non potrebbero essere), che ci annunciano che la guerra è destinata ad una durata prolungata e ad una continua escalation, mentre resta esclusa ogni ipotesi di negoziato. Cosa succederebbe se la Russia, messa alle strette, decidesse di mettere mano al suo grilletto nucleare? Niente paura, i 7 Grandi ci dicono che non può farlo perché il ricorso alla minaccia nucleare è inammissibile: possiamo dormire sogni tranquilli!

La faccia feroce verso la Russia si converte in un volto compassionevole rigato di lacrime di coccodrillo per la tragedia in atto a Gaza. Il G7 condanna la strage compiuta da Hamas il 7 ottobre, ma non riesce a pronunciare una sola parola di condanna per l’etnocidio praticato da Israele contro la sfortunata popolazione di Gaza. Qui entriamo nel regno dell’ipocrisia più indecente. I 7 Grandi raccomandano ad Israele di rispettare il diritto umanitario e si dolgono del numero intollerabile di vittime civili, specialmente fra donne e bambini, però fanno intendere che la colpa è di Hamas “per il suo continuo utilizzo delle infrastrutture civili per le sue attività militari”. Per l’Ucraina i 7 Grandi hanno condannato: “con la massima fermezza la palese violazione da parte della Russia del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite, e dei principi fondamentali su cui si fonda l’ordine internazionale.” Per Israele non valgono, né la Carta delle Nazioni Unite, che l’ambasciatore israeliano al palazzo di vetro ha fatto a pezzi in modo plateale, nè i principi fondamentali su cui si fonda l’ordine internazionale, per cui i 7 Grandi chiudono un occhio persino all’aperta ribellione di Israele agli ordini della Corte Internazionale di Giustizia, volti a prevenire il denunciato genocidio. Però il documento è lastricato di buone intenzioni, i 7 Grandi supplicano Israele di astenersi dal condurre un’operazione militare su vasta scala a Rafah e volgono gli occhi in cielo contemplando la visione mistica di: “due Stati democratici, Israele e Palestina, (che) convivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.”

Peccato che a nessuno sia venuto in mente di applicare qualche minima sanzione per indurre Israele a rispettare quelle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite che lo Stato ebraico ha sempre impunemente calpestato. Si condannano gli altri, non i nostri amici. Così i 7 Grandi condannano l’attacco iraniano contro Israele del 13 e 14 aprile, ma dimenticano di condannare l’attacco di Israele contro il consolato iraniano a Damasco il primo aprile, che ha provocato la morte di sedici persone.

Il volto feroce contro la Russia e le lacrime di coccodrillo per le indicibili sofferenze inflitte al popolo palestinese. Dentro questa ambiguità tramonta l’egemonia dell’Occidente sul resto del mondo ed avanza il caos.


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