C’era molta attesa per la seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale, palestra politica della futura classe dirigente di Fratelli d’Italia, che finanzia lautamente il movimento giovanile. Al Monk di Roma per la serata evento con Corrado Formigli, Roberto Saviano, Michela Ponzani, Saverio Tommasi e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato sala e giardino esterno gremiti, mentre sui social si moltiplicavano le condivisioni della diretta. La prima puntata dell’inchiesta ha raggiunto quasi dieci milioni di visualizzazioni. Al silenzio dei media mainstream è corrisposta la viralità che la rete riesce a dare. L’Unione Europea si preoccupa e condanna ma come possono i vertici di Fratelli d’Italia condannare il movimento giovanile che allevano con cura da anni? Sottosegretari, deputati, europarlamentari, Arianna Meloni, Giovanni Donzelli, tutti passano per il circolo romano guidato da Flaminia Pace, lodata e lanciata verso la corsa al Campidoglio. Ma fino a quando potrà tacere Giorgia Meloni di fronte all’antisemitismo, al razzismo, alla nostalgia dei tempi dei NAR (“mio padre li conosceva tutti era amico di Mambro e Fioravanti, pijiavano a catenate i comunisti, mò ce semo rammolliti”)? E soprattutto fino a quando rimarrà in silenzio la senatrice Ester Mieli, già vice presidente della Comunità Ebraica derisa dalla stessa Flaminia Pace “La cosa più bella è stata ieri a prenderci per il culo sullo svastiche e le cose… E poi io che avevo fatto il comunicato stampa in solidarietà a Ester Mieli e j’avevo portato i fiori”. Fino a quando lo stesso Donzelli potrà fingere di non sapere che le sue assistenti Caterina Funel e Ilaria Partipilo si dichiarano estremiste? Finora il partito di Giorgia Meloni ha seguito il solito copione: silenzio totale dalla Presidente del Consiglio, mentre qualcuno dei suoi minimizza o, come anche indicato dalla Pace, “bisogna fare le vittime, se fai la vittima la gente è con te”. Né può valere stavolta la scappatoia del “casi isolati” o “contesti privati”. Gioventù Nazionale è strutturata, finanziata, addestrata per sfornare fedelissimi, selezionare dirigenti. Sul palco del Monk ci si è interrogati sulla capacità della destra di attirare giovani e inglobarli nei movimenti estremisti. L’estrema semplificazione dei concetti, gli slogan, il complottismo, temi identitari, i rituali, il cameratismo, creano una bolla confortevole dove ti senti accettato, protetto, ricordato per decenni anche da morto. Non devi pensare, devi recitare la tua parte in pubblico senza mostrarti troppo fascista, poi puoi sfogarti, inneggiare a Hitler, a Mussolini, gridare slogan antisemiti, rimpiangere forni crematori e squadrismo. Così l’Italia tristemente è nuovamente diventata un laboratorio per tutta l’Europa. Giorgia Meloni ha fatto scuola per la Spagna, la Germania e gli altri Paesi, dove l’estrema destra avanza mentre il pensiero critico arretra.