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Il 10 giugno quale Europa uscirà dalle urne?

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Lunedì 10 giugno può assumere un grande valore simbolico per la politica europea: il rifiuto delle tentazioni autoritarie di destra, oppure la forte contrapposizione fra Stati che condividono pochi valori, soprattutto in materia di diritti, solidarietà, condivisione, per privilegiare egoismi sovranisti. Un po’ come lo sciagurato slogan ‘Più Italia, meno Europa’ su cui è si è basata l’indegna sortita della Lega per chiedere le dimissioni del Presidente Mattarella, convinto fautore di un’Europa che riscopra le radici vere della sua costruzione unitaria fatta di collaborazione e aiuto reciproci.

L’elettorato italiano, proprio in quel giorno, corre un rischio aggiuntivo. Mentre sarà commemorato il centenario del martirio di Giacomo Matteotti ad opera del fascismo e di Mussolini, potrebbe assistere, grazie al voto, all’occupazione di uno scranno dell’assemblea di Strasburgo da parte di un generale che, oltre ad aver definito Mussolini un grande statista, ha voluto ricordare una delle formazioni militari che, dopo l’8 settembre del ‘43, si rese responsabile dell’assassino di centinaia di partigiani, per aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana alleata dei nazisti occupanti: la X MAS.

Autore di libri impresentabili, ma best seller in libreria, il generale Vannacci è stato scelto personalmente da Salvini come candidato di punta della Lega. Se lo ha individuato come grande espressione del sovranismo nazionale, ne condivide anche le dichiarate tendenze fasciste e gli amori per quel golpista che fu Junio Valerio Borghese, ultimo comandante della X MAS e poi presidente onorario del MSI-Fiamma Tricolore dal 1951 al 1954, nonché transfuga in Spagna per sottrarsi ai tribunali italiani?

È questo il grande spirito democratico che muove il vice presidente del Consiglio, come l’amore per l’Italia divisa in due dal progetto di Autonomia Differenziata e che rischia, con il premierato, di essere consegnata nelle mani di un uomo o donna soli al comando?

Quando si complimenterà con Vannacci – se sarà eletto – cosa gli consiglierà di dire nel primo intervento che farà in aula davanti ai colleghi europei? E cosa indosserà? Una divisa o una camicia nera? E, già che c’è, non è che gli verrà in mente di urlare a gran voce, tendendo in alto il braccio con la mano tesa, Memento audere semper, parola d’ordine della X MAS?

Non so cosa possano pensarne quei leghisti che comunque si riconoscono nella Costituzione, ma basterebbe la coscienza di questo rischio per spingere tanti italiani disamorati del voto a ritrovare la giusta strada per le urne scegliendo candidati democratici proposti da varie liste, non ultime quella di Alleanza Verdi Sinistra con l’obiettivo di liberare dai carcerieri ungheresi Ilaria Salis, o quella di Santoro che si batte senza se e senza ma per la pace e contro la guerra.

La nuova Europa non può e non deve essere costruita sull’astensionismo perché invece di migliorarla si rischierebbe di smantellarla per ritornare ai tempi dei tutti contro tutti, con i più deboli inesorabilmente spazzati via. Se non basta questo per convincersi di andare a votare, si può accettare passivamente l’idea che Vannacci e i suoi alleati possano dettar legge? E come Vannacci, quanti altri in Europa e in Italia rinnegano – di fatto o in modo dichiarato – le conquiste di democrazia e libertà conquistate con la Costituzione, in Italia, e con gli accordi tra i padri fondatori dell’Unione Europea? Se la Storia ha ancora il suo alto valore di Maestra di Vita, come si può accettare l’idea che gli eredi politici e morali del nazifascismo che ridusse in macerie l’Italia e l’Europa possano indicare la strada politica da seguire?

Noi di Articolo 21 fin dai primi segnali inequivocabili lanciati dalla destra abbiamo cominciato a denunciare il rischio evidente della volontà di costruire un regime autoritario. E non a caso, occupandoci sempre della libertà di informare e di essere informati, ce ne siamo subito accorti. Oggi non c’è sotto attacco solo la libera stampa. Basti pensare alla cancellazione dei diritti, alle minacce contro la legge 194, alla separazione delle carriere dei magistrati in modo da tenere sotto controllo i PM, all’autonomia differenziata, al premierato. Si va a votare valutando tutto questo oppure ci faremo ancora una volta incantare dalla propaganda fatta di chiacchiere e di stravolgimento della realtà, come i dati sull’occupazione che vengono sbandierati senza entrare nel merito di quale occupazione viene offerta. È questa l’Italia su cui andrebbe costruita la nuova Europa?

L’astensionismo è il primo passo verso la limitazione degli spazi di democrazia cui seguiranno provvedimenti sempre più pericolosi. Lasceremo fare? Non sarà il caso di pensare non solo a protestare, ma ad organizzare forme di lotta pacifiche, democratiche, non violente? Certo il rischio è di finire manganellati come gli studenti di Pisa, mentre i fascisti possono impunemente fare adunate con il braccio teso e l’urlo ‘Presente’. Impuniti, perché formalmente non è ‘apologia di reato’, facendo inorridire chi ha vissuto direttamente o nel racconto di padri, madri, nonni e nonne democratici il fascismo con i suoi simboli. Gli studenti pro Palestina sono invece il vero rischio per la Democrazia? Ma per favore, questa non può essere l’Italia.


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