Ha vinto la libertà d’informazione

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Ci sarà tempo per esaminare, nelle sue luci e nelle sue ombre, le modalità del rilascio di Julian Assange, ma ora conta solo la sua liberazione, l’uscita dal carcere, la possibilità di riabbracciare i suoi e di tornare in Australia.
Chi ha tentato di condannare all’ergastolo la libertà di informazione ha perso, così hanno perso quanti, anche tra i giornalisti, hanno finto di non sapere, anzi hanno parteggiato per i bavagli, per la difesa della menzogna di regime.
Nel momento della gioia per la sua liberazione, sarà bene non dimenticare i cinque anni di carcerazione, le vessazioni, lo spionaggio a carico dei suoi legali e degli attivisti per i diritti umani
Volevano intimidire Assange per scoraggiare chiunque dal ficcare il naso negli orrori delle guerre, delle torture, dei depistaggi.
Non ci sono riusciti, ma Assange ha pagato un prezzo altissimo, una sorta di tortura a rate, pezzi di vita che non gli saranno restituiti.
Un grazie infine a chi, anche in Italia, non ha mai smesso di lottare, a cominciare dai presidi di FREE Assange, dai Comuni che hanno concesso la cittadinanza onoraria alle associazioni dei giornalisti, senza mai dimenticare Stefania Maurizi che ha dedicato la vita ad Assange e alla libertà di informazione.
Un abbraccio alla comunità di Articolo 21 e a Vincenzo Vita che, anche in questo caso, hanno scelto di stare dalla parte giusta.

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