Le riflessioni di Fatou Diako, presidente di Articolo21 Campania e della consulta immigrati del Comune di Napoli, in risposta alle dichiarazioni della presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. L’attivista ivoriana sta portando avanti una serie di iniziative solidali, tra le quali l’evento “Lirica senza confini”. Un concerto di beneficenza, in programma domani (venerdì 7 giugno) alle ore 19.30 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che sostiene l’iniziativa “La Maison de la Culture et de la Santé Broudoumé Sous-préfecture de Ouragahio (Casa della Cultura e della Salute Broudoumé Sottoprefettura di Ouragahio), Un progetto solidale che mira alla creazione di un Centro Polifunzionale nella località di Broudoumé, in Costa d’Avorio, per offrire nuove opportunità alla popolazione giovane, compresi i disabili. Nel corso della serata si esibirà il tenore ivorianno Koffi Julien Attoumbre, accompagnato dal pianista Francesco Pio Bakiu, che eseguirà diversi brani, tra cui un omaggio al grande Caruso.
“Il governo Meloni – spiega Fatou Diako – non ci coglie di sorpresa. Mostra di prendere posizione, adesso, a un soffio dalle elezioni. E lo fa mostrando di non sapere, e di stupirsi, della situazione dei decreti flussi, Situazione su cui lo Stato “guadagna”, per ogni immigrato. Vero, il numero di domande è sproporzionato, ma perché non c’è uno sbarramento, sul portale della prefettura, al caricamento?
Non è che si lasciano caricare, si incassa la marca da bollo e poi, a pochi giorni dalle elezioni, si dice che c’è la mafia dietro.
E, beffa finale, questo resta l’unico modo per lo straniero di entrare in Italia con permesso di soggiorno per motivi di lavoro! Per non parlare delle tempistiche. I lavoratori giungono in Italia e attendono anche anni prima di essere convocati in prefettura, e altri mesi per il rilascio del permesso di soggiorno.
Nel frattempo? Sono irregolari, non contrattualizzati, senza codice fiscale! Il sistema è già in emergenza cronica, per gravi mancanze del Governo.
E apro una parentesi doverosa: sono 4 anni che non viene emanata una legge per l’emersione dal lavoro irregolare. Tradotto: contrattualizzare onesti lavoratori clandestini che però sono privi di valido titolo di soggiorno.
Vi è di più. Migliaia di lavoratori per i cui i datori hanno presentato istanza di emersione nel 2020, ancora aspettano di essere convocati dalle prefetture per la sottoscrizione del contratto di soggiorno, versando nel contempo contributi allo Stato, senza essere regolarizzati. Lavorano, pagano un affitto di casa, versano contributi, e lo Stato? Incassa, senza contraccambiare allo straniero che continua nel suo status di precarietà. La materia è spinosa, e il legislatore non legifera. Infine, l’Ultima novitá. L’abolizione della protezione speciale, unica possibilità di censimento del cittadino clandestino. La protezione speciale era la possibilità per tanti stranieri, ormai radicati sul territorio, che lavorano, hanno certificati di lingua italiana, contratto di casa, attestati, di regolarizzarsi, di chiedere allo stato il permesso di 1 anno e poi eventualmente, per chi ne ha i requisiti, convertirlo in altro titolo, il piu delle volte lavoro.
E il governo l’ha eliminato. Insomma, come al solito ci si nasconde dietro un dito, giocando a scaricabarile e peggio, sapendo quanto penosa e disorganizzata sia la situazione, con tutte le ricadute sociali e l’enorme emergenza che genera e su cui sì, lucrano tutti, Stato per primo! È evidente che questo lo sanno tutti i governi e il governo Meloni, chiaramente, non fa eccezione. Ora per lavarsi la coscienza tenta di uscirsene all’ultimo secondo con quattro chiacchiere. E questo non basta per lavarsi la faccia”.
Fatou Diako è presidente Articolo 21 Campania e della Consulta del Comune di Napoli