Fascismo sotto copertura

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Fascisti in doppio petto – come si diceva un tempo -, fascisti sotto copertura, o vili, miseri ipocriti? Come definire quegli esponenti politici di FDI che hanno impunemente assistito, magari contriti, alla rievocazione dell’assassinio di Giacomo Matteotti, ma hanno anche partecipato e condiviso le manifestazioni fasciste da parte dei giovani rampolli di Gioventù Nazionale, dello stesso partito della presidente del consiglio? Quello stesso fascismo, quello stesso Mussolini che uccisero Matteotti.

E come giudicare quanti, nello studio della 7 di Corrado Formigli, invece di condannare la palese apologia di un reato, di un crimine, quale è ancora legalmente giudicato il fascismo in Italia, se la sono presa con chi ha avuto il coraggio di mostrare una realtà tenuta rigorosamente nascosta, nonostante sia quanto mai pericolosa?

Sì, pericolosa soprattutto per quei giovani che pensano al futuro con la testa e la politica ferma a un secolo fa. Chi li ha istruiti in questo modo, da quale scuola sono usciti, chi ha fatto in modo che si formassero un’idea tanto distorta della storia? E quando usciranno dai loro circoli-tane, quale pericolo costituiranno per la società democratica? O ancora un ministro dell’interno compiacente manderà a manganellare gli studenti democratici e pro-Palestina, mentre farà scortare dalle forze dell’ordine i legionari col braccio teso sempre pronti ad urlare ‘Presente’?

E il fascismo a volte abbandona la copertura, fatta di più colori, per mostrarsi apertamente, addirittura in quella sala che dovrebbe essere sacrale, la Camera dei Deputati.

Come giudicare altrimenti l’aggressione violenta che il leghista Iezzi ha rivolto al deputato dei Cinquestelle Donno, colpevole solo di aver voluto esporre apertamente il tricolore a quel ministro Calderoli che dell’Italia unita ha sempre avuto una scarsa convinzione, ora articolata nel progetto di Autonomia Differenziata? E che dire di quel vice segretario, sempre della Lega, Andrea Crippa, che ha addirittura definito il canto partigiano ‘Bella Ciao’ espressione di un comunismo assassino, elogiando invece il ricordo della Decima Mas, tanto cara a Vannacci, come corpo di incursori della Marina Militare, dimenticando ostentatamente, per faziosità – o ignoranza? – cosa divenne la Decima sotto il comando di Junio Valerio Borghese?

Bene, di fronte a questo scempio per la storia della democrazia costituzionale, qual è stato l’unico intervento dell’ufficio di presidenza della camera? Aggressore ed aggredito, Iezzi e Donno, sono stati sanzionati entrambi, il primo sospeso per undici giorni, il secondo per quattro. Insomma, esporre la bandiera italiana è gesto punito alla stregua di un pugno scagliato in faccia ad un avversario politico.

Articolo 21 cominciò a denunciare e lanciare allarmi fin dai primi giorni di questa pericolosa e tormentata stagione politica. Ora che tutto sta diventando sempre più palese, di fronte all’inerzia omertosa di chi non fa rispettare l’antifascismo, regola prima della Costituzione, spetta ai cittadini democratici dimostrare che non vogliono avere nulla a che fare con i nostalgici del duce, dei gagliardetti, dei fasci littori, delle decime mas, dei saluti romani e di chi, sotto mentite spoglie democratiche, li copre e li spalleggia.

La prima, spontanea reazione si è già avuta nei giorni scorsi davanti alla Camera; martedì le forze politiche di opposizione scenderanno in piazza a Roma per denunciare una situazione sempre più insostenibile. Vi aderiranno anche decine di associazioni di base ed anche Articolo 21. “Noi di Articolo 21 non ci stupiamo di ciò che sta succedendo, ma ci stupiamo di chi si stupisce” ha dichiarato il coordinatore nazionale Giuseppe Giulietti nell’annunciare la nostra presenza.

Primo, importante segnale di rifiuto di accettazione passiva dello stravolgimento dei valori costituzionali operati anche da alcuni rappresentanti istituzionali che alla stessa Costituzione hanno solennemente giurato fedeltà.


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